Lo definiscono “clima di odio” più che di esasperazione, “distruttivo e non propositivo”. I consiglieri che sostengono la maggioranza Casini fanno quadrato, specie dopo il freno a mano messo alle ruspe che dovevano scendere in piazza il prossimo fine settimana.
Se la prendono e “stigmatizzano comportamenti di quei personaggi che strumentalizzano problemi e sigle di ordini professionali per scopi che nulla hanno a che fare con il bene comune, con la risoluzione delle problematiche o con la vicenda dei lavoratori della Satic”.
Insomma una bagarre politica e niente più, sarebbe, secondo loro, quella protesta di professionisti e imprenditori che sono stati costretti a sospendere i cantieri perché non vengono pagati gli stati di avanzamento lavori o che non riescono ad aprirne uno perché gli uffici non funzionano a palazzo San Francesco.
Problemi, definiti “questioni” che “la nostra maggioranza, salda e compatta, sta risolvendo nel miglior modo possibile, con impegno e serietà, nell’esclusivo interesse della cittadinanza”. Sarebbe troppo chiedere come e quando.
A loro che stanno “sui tavoli che contano”, non come chi “sta tentando di rientrare dalla finestra – scrivono in una nota -, confondendo leadership da social network a quella dei tavoli che contano, dopo che la città li ha sonoramente bocciati alle urne”.
E giusto che ci stanno, condannano anche l’invasione di campo del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che “con la scusa della solidarietà ai lavoratori che stanno occupando la sala consiliare, fa mere passerelle elettorali”. Anche se, almeno per il momento, Sulmona non è stata ancora annessa al Comune dell’Aquila.
Secondo la maggioranza di palazzo San Francesco, insomma, non si può permettere che “la città finisca nel vortice di polemiche strumentali”, perché sono in arrivo piogge e acquazzoni di milioni di euro da Casa Italia e dal Masterplan.
Un po’ come quelli del terremoto, che Sulmona non riesce ancora a spendere.
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