La lealtà sportiva e amministrativa secondo Pirozzi

Un foyer strabordante quello del Caniglia che ieri sera ha accolto l’ospite del Panathlon nel conviviale “Lealtà sportiva e lealtà amministrativa” organizzato dal presidente Luigi La Civita.

L’attesa è stata tutta per il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, per lui e per il suo libro “La scossa dello scarpone”.  Pirozzi ha consegnato la sua storia, il primo e il secondo tempo, tra i ricordi legati alla sua professione di allenatore a quella di primo cittadino poi, di un comune che tutti i giorni, da oltre un anno presenta il conto delle sue ferite.

Un discorso fiume che prende corpo, cadenzato dalle domande e dai perché posti dal moderatore Pasquale Lancia.  Un uomo oggi entrato nel quotidiano degli italiani anche per il suo modo diretto e senza panegirici di denunciare problemi e lentezze della burocrazia italiana, non ultima la gestione dei soldi dei messaggi solidali definita dallo stesso “scandalosa”, un uomo che potrebbe diventare il nuovo presidente della regione Lazio, da alcuni giorni infatti è stata ufficializzata la sua candidatura.

Il terzo tempo come guida sportiva e umana, spunto amministrativo e politico, tra regole scritte e non scritte, il fair play, aggiunge il presidente della Lega pro Gravina altro nome che ha il suo peso in termini di correttezza, controlli, trasparenza e chissà che non toccherà a lui un giorno ricoprire la poltrona saltata di Tavecchio.

Dunque, tutto si vive sul campo, in cui al posto di moduli prestabiliti, spiega Pirozzi è meglio preferire strategie tattiche “impiegare tutti per arrivare all’obiettivo, difesa e attacco, bisogna sapere guidare, seguire direttive, portare a casa il risultato” insomma averli quei 90 minuti nelle gambe sull’erba come nella zona rossa del sisma. Così come ha fatto lui, dopo il maledetto 24 agosto 2016

Gli anni in panchina come mister, sono stati preziosi per affrontare la gestione del post terremoto,  nel lavoro, come nello sport, “con il suo agire politico ha cercato di fare tesoro di tutte le esperienze” spiega il presidente La Civita che ribadisce come la formazione sportiva sia fondamentale, rende in grado di saper prendere decisioni anche in pochi minuti, quando sul piatto c’è una tragedia e tutto è da rifare, lucidità e capacità di riprendere la palla e cominciare a correre di nuovo.

Pirozzi si è soffermato sulla difficoltà delle aree interne e Amatrice è una zona fortemente incagliata nell’entroterra molto più di Sulmona con la quale ha in comune il peso di diversi tagli e numerose lotte, come quella sull’ospedale che il sindaco laziale ripete di aver più volto scongiurato la chiusura “perché le aree interne sono schiave dei numeri, non arrivi a quella soglia e loro sono pronti a chiudere, scuole, ospedali, servizi”. Continua il primo cittadino di Amatrice quando con un sorriso amaro parla dei vuoti e dei tempi per ricominciare, dei problemi ulteriori piovuti sui suoi cittadini che nel sisma hanno perso tutto e che si sono visti recapitare la tassa sulla seconda casa, l’invito del sindaco ai ministri per fa capire che la sua terra ha bisogno di ripartire con aiuti alle imprese “se rifacciamo le piazze c’è bisogno che qualcuno ci cammini su quelle piazze”.

La gestione del post terremoto è una trama che si apre “Quando escono i problemi non si sa mai di chi è la colpa” lì però tocca partire e parlare tutti i giorni con le istituzioni, enti, superare problemi, si va in crisi, perché bisogna saper entrare “nella zona rossa delle anime delle persone”, dei cittadini, e c’è stato un momento in cui ha pensato di abbandonare ma non lo ha fatto, continuando a lavorare per la sua gente e per la sua Amatrice. “E il grazie tocca dirlo ancora una volta sempre agli italiani e alla grande solidarietà”.

A rimarcare l’importanza delle regole è Gabriele Gravina, “vivo l’amarezza del mancato risultato per i mondiali – ma specifica – questa è un’occasione storica per rilanciare un codice etico e la certificazione della qualità sportiva.  Senza interessi di sorta, il rispetto deve essere il fondamento che garantisce crescita umana e culturale, assieme a collaborazione, socializzazione” ricordando la realtà di Castel di Sangro, ex serie B, una comunità che vive di turismo sportivo e di maglie sociali e di sostegno. C’è bisogno di “correttezza e carte in regola nel mondo del calcio, onorare lealtà e le regole che garantiscono crescita umana e culturale”.

Così anche Terenzio De Benedictis campione ed ex Ct di Rugby, il suo messaggio di chi la casacca del terzo tempo ce l’ha cucita addosso, ma anche un aquilano che nel sisma del 2009 ha perso molto e che nella tragedia ha potuto confermare la vera presenza di colleghi e amici, l’autentico rispetto. La capacità di vivere la lealtà dentro e fuori il campo, in uno sport di contatto, permette di garantire la sicurezza” questo il comportamento che fa campioni. La parabola buona di chi nelle mischie prende colpi ma li accusa e li dà seconda regola, mai con intenzione di far male e a fine match la stretta di mano e si festeggia insieme.

La disciplina fa l’uomo nella vita come nello sport. A concludere, le parole di una poesia letta da Raffaele Giannantonio su Scirea la storia del calcio italiano, dei “valori prima dei colori”, fair play e terzo tempo, da giocatore e da uomo.

Anna Spinosa

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