“La paura percepita è tanta, mentre la paura potenziale è zero”. Ieri la battuta di caccia in città contro tre cinghiali (due uccisi, l’altro è riuscito a fuggire) non è passata inosservata ai più, soprattutto agli animalisti che hanno avuto a che ridire, insieme ad alcuni residenti. Ma la pericolosità degli ungulati merita una lettura un pò più ampia e contestualizzata. Ne è certo l’ecologo Kevin Cianfaglione che, nell’essere sicuro che tutto sia andato per il verso giusto grazie all’intervento della polizia provinciale, tira il freno sull’allarmismo che nei giorni scorsi è imperversato in città.
“Ci sono più morti da incidenti durante battuta di caccia- commenta Cianfaglione- che incidenti stradali causati da cinghiali”. Una riflessione che, però, si aggiunge anche a quella che effettivamente, rispetto alla capacità dell’ecosistema, i cinghiali sono tanti, risultato di una reintroduzione massiccia voluta dai cacciatori con esemplari non autoctoni, quelli ungheresi, i più grandi in Europa. “Fatti accoppiare con il semplice maiale per l’alto numero di cuccioli in grado di partorire l’anno”. Un incrocio particolare ed il risultato è presto detto.
Alla luce dell’incendio che l’estate scorsa ha devastato buona parte del Morrone, però, i cinghiali in città sono la diretta conseguenza di una scarsità di cibo alla quale devono riparare in qualche modo. “Se prima si spostavano pochissimo- sottolinea Cianfaglione- ora i loro spostamenti sono aumentati, non c’è cibo in montagna, ma l’allarmismo è troppo”.
La realtà è che a mancare è un corretto piano di gestione, troppo presi i politici a dar ragione alle due fazioni opposte sul tema: animalisti e cacciatori. D’altronde non esistono nemmeno censimenti per valutare la portata di questa pseudo ondata di ungulati. “Non la vogliono nè gli animalisti per paura che siano davvero troppi e quindi sarebbero costretti a dare ragione ai cacciatori, nè al contrario i cacciatori per la stessa ragione”. Interessi opposti, dunque, che non accontentano nessuna delle due fazioni in costante “guerra fredda”. Se solo l’uomo non intervenisse, la natura troverebbe il suo equilibrio.
Simona Pace
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