“Noi siamo la Napoli della Sophia Loren, di De Filippo, di Luciano De Crescenzo, non della camorra e della criminalità”: è finita come non doveva finire. Peggio del peggio. Con una battaglia che si è trasformata in lotta di classe e un uomo di sinistra, o presunto tale, come il deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi e Sinistra) che così ha apostrofato ieri a Roccaraso il suo concittadino e tiktoker Anthony Sansone, uno di quelli che, insieme ad un’altra De Crescenzo, Rita che con Luciano non ha nulla a che fare, ha invaso il centro montano la settimana scorsa con centinaia di bus e migliaia di “turisti” low-cost.
Lo scivolone, facile da fare sui pur pochi ritagli di neve lasciati dalla natura (perché sulle piste si spara e si scia), è arrivato inevitabile, trasformando un problema ambientale e di gestione dei flussi turistici, in uno scontro “in casa” tra Napoli alta e Napoli bassa. “La guerra dei De Crescenzo”, insomma, parafrasando quella del romanzo (e poi film) dei Roses di Warren Adler.
Dentro c’è tutta la rabbia di una società spaccata, tra popolani e altolocati, tra poveri e ricchi: con i primi che rivendicano più il diritto al selfie che quello ad una giornata nella natura e i secondi che si sentono violati nel loro buen retiro.
E’ anche per questo che il caso Roccaraso, che continua ad occupare i palinsesti di tutte le tv nazionali, le pagine di tutti i giornali e ieri anche lo stadio Olimpico (“Solidarietà alla popolazione di Roccaraso” recitava uno striscione durante la partita Roma-Napoli), si è trasformato in tale: scontro sociale, politico e anche di generazioni, con i social che aprono le strade del “potere delle masse” a chi le masse non è stato finora in grado di influenzarle.
Al di là di questo, che non è certo poco, né sottovalutabile, la giornata di ieri ha dimostrato come il fenomeno delle gite fuori porta incontrollate, dell’overtourism, sia volendo gestibile. O almeno lo è ancora, per il momento, in Abruzzo e a Roccaraso.
Il caldo e lo scioglimento della neve, certo, hanno aiutato, ma le misure di prevenzione adottate sembrano aver funzionato: dei 60 pullman che si erano prenotati (sui 100 concessi) ne sono arrivati solo 40 e l’esercito dei tiktoker si è fermato a 2500 militanti, a fronte degli oltre 10mila della settimana scorsa. Il filtro della “dogana” a Castel di Sangro ha rispedito solo 3 autobus non autorizzati indietro e gli altri, come logico, si sono riversati sulle altre località montane della zona.
“Il messaggio che deve passare non è quello che dobbiamo essere di meno – ha affermato il sindaco Francesco Di Donato – il sistema approntato ha retto e diventa un modello anche per i prossimi weekend, fino al 2 marzo”.
… azzò… non dovete essere di meno… ma con più soldi in tasca da spendere.
“ portateci i denari, ma tanti tanti denari, sennò son cazzi amariii… e se volete portateli pure ai cococciari … che stanno malee “
Ormai siete tutt’uno con Napoli nel bene e nel male