Il sogno borghese del “posto alla banca” è diventato sempre più un mito, specie in Abruzzo e Molise, quest’ultima la regione in Italia a registrare la più grave emorragia di presidi sul territorio e di conseguenza di posti di lavoro.
I dati impietosi di Banca d’Italia non lasciano grandi spazi di interpretazione, con le aree interne che sono quelle a subire maggiormente la fuga di sportelli e filiali di istituti bancari.
In Abruzzo in 6 Comuni su 10 non si trova una filiale di banca, dato superato solo dal Molise dove il rapporto diventa 8 su 10. Un dato che viene quasi eguagliato in provincia dell’Aquila dove in 3 Comuni su 4 non è possibile eseguire operazioni in presenza.
La percentuale di filiali chiuse in Abruzzo negli ultimi 5 anni è di poco superiore alla media nazionale (26,9% contro 23,3%). Guardando invece il calo di dipendenti, si rileva una percentuale tripla rispetto al dato nazionale (22,1% contro 7,7%).
L’andazzo è generalizzato in tutta Italia, ma in Abruzzo il fenomeno ha un carattere più allarmante, perché il ripulisti degli istituti di credito riguarda anche e soprattutto le filiali più importanti e non solo quelle minori. E il nuovo anno, non calcolato nei dati di Banca d’Italia, non ha certo invertito la tendenza, se si pensa che nei primi tre mesi del 2023 in Abruzzo sono state già chiuse 12 filiali.
“Le banche raccontano spesso che la mancata presenza fisica non comporta una minore assistenza a famiglie ed imprese – commenta Luca Copersini, segretario della Fisac Abruzzo -. Un nostro studio dimostra l’esatto contrario. Andando ad esaminare il totale degli affidamenti accordati, si rileva un calo del 3,6% dell’ammontare complessivo in Italia negli ultimi 5 anni, concentrato essenzialmente negli anni della pandemia. In Abruzzo il calo è del 10,1%, percentuale quasi tripla rispetto al dato nazionale: andamento che ricalca quello del calo degli occupati in regione nell’ultimo quinquennio. L’abbandono dei territori da parte delle banche contribuisce in modo pesante all’impoverimento delle zone interessate. Oltre ad escludere dai servizi un’importante quota della popolazione, comporta anche difficoltà di accesso al credito per famiglie e piccole imprese. Un vuoto nel quale riesce facilmente ad inserirsi l’usura”.
Per questo si è costretti a rivolgersi alle Poste, che comunque non sono all’altezza di una Banca…
All’altezza in cosa? Nel far perdere i soldi ai clienti? In effetti in questo sono il top!
Ormai so può fare tutto telematicamente: perché mai si dovrebbe continuare a sostenere costi di uffici e di personale quando ognuno può fare tutto comodamente da casa propria con la telebanca?
La presenza fisica di sportelli serve a chi campa di nero.