La doccia fredda e l’acqua calda

Lo definisce una “doccia fredda” il sindaco di Sulmona Annamaria Casini, ma in realtà il piano della rete ospedaliera presentato ieri in commissione Sanità dall’assessore Verì è la scoperta dell’acqua calda. Come si suol dire.

Il Germe lo aveva già illustrato in gran parte in un articolo del 7 giugno scorso nel quale, oltre alla questione del punto nascita, si evidenziava in un titolo dell’apertura della Bacheca “Addio al primo livello”, con tanto di dichiarazione rilasciata dallo stesso assessore Verì in merito all’ipotesi di inserire l’Annunziata nei Dea di prima fascia: “Non lo accetterebbero – diceva già allora la Verì – e d’altronde noi abbiamo scarsa autonomia di movimento essendo ancora sotto tutela”.

Non che il sindaco sia obbligato a leggere Il Germe, ma è grave che le intenzioni della Regione fossero già allora conosciute dai giornalisti e non dai sindaci. Tanto più che pochi giorni dopo la pubblicazione di quell’articolo la stessa Casini, con gli altri sindaci del territorio, venne convocata dall’assessore Verì in Regione. E francamente appare strano che nessuno abbia chiesto che classificazione avrebbe avuto l’Annunziata e ancora più strano che il discorso si sia limitato al punto nascita.

E niente, come un pesce in barile, ora la prima cittadina si risveglia sotto una doccia gelata e convoca per oggi una commissione urgente, tiene a sottolineare, che fa seguito alle indiscrezioni della stampa. Per lavarsi, evidente, con quell’acqua fredda, che si scopre calda, le mani da responsabilità politiche. Perché altro, azioni, proteste e occupazioni, riconsegna delle fasce e barricate, che pure erano state annunciate da più parti quando lo stesso piano venne presentato dal centrosinistra, non se ne intravedono certo. Chissà forse ci sbagliamo, ma questa storia sembra essere l’ennesima pantomima, l’ammuina utile a scaricare sulla “Regione matrigna” le colpe della marginalizzazione delle aree interne.

Colpe che ci sono e come, ma che non sono da meno di quelle di chi il territorio dovrebbe rappresentarlo e difenderlo. A partire dai sindaci per finire ai consiglieri regionali. A proposito non sono pervenuti commenti, al momento, da parte delle due consigliere di maggioranza all’Emiciclo in merito alla rete ospedaliera. Silenzio, totale.

La Verì ieri ha detto in commissione che poi ci sarà tempo per rivedere e aggiustare, ma lei sa, come dovrebbero sapere tutti, che la partita si chiuderà definitivamente martedì prossimo quando cioè la Regione presenterà il documento al Tavolo di monitoraggio. Un documento che fatta eccezione e per il punto nascita di Sulmona (con deroga richiesta) e gli ospedali di Penne e Popoli, che resteranno aperti fino al 2021 per le sentenze del Consiglio di Stato, è identico a quello di Paolucci. Tant’è che lui, l’ex assessore, è pronto a votarlo e ringrazia per il riconoscimento del lavoro fatto.

Con la piazza piena ai piedi di Salvini appena qualche mese fa che annunciava la riapertura degli ospedali, le visite della Meloni e gli annunci del ministro Grillo, che sono poco più di un beffardo ricordo.

3 Commenti su "La doccia fredda e l’acqua calda"

  1. Non è che per agosto la sindaca riconsegna la fascia??????oramai solo quando ci sono vacanze di mezzo (agosto.dicembre.agosto)

  2. Non è che avete votato il presidente della Regione Abruzzo ,che è laziale…è di destra e non se ne fotte una mazza di voi.ci avete pensato.la prossima volta votate un milanese.

  3. Tanto a sulmona va di moda a essere comprati a uno e venduti a 0 ad oriundi

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