La discarica d’Abruzzo: a Sulmona i fanghi di Pescara

Non bisognava aspettare Natale per avere il regalino in Valle Peligna: il governatore d’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, infatti, ci aveva pensato prima del premier Gentiloni ad eleggere il territorio alle porte dei Parchi come discarica regionale.
Ai primi di dicembre, infatti, a Sulmona è arrivato il mare, o meglio la spiaggia, meglio ancora i fanghi dell’Adriatico dragati dal porto di Pescara.
Cinquemila metri cubi di rifiuti (così sono classificati) che con “un’ordinanza contingibile ed urgente per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti”, sono stati scaricati nel buco di Noce Mattei.
Al Cogesa reputano il conferimento addirittura un regalo: terra gratis, insomma, con la quale si è proceduto a modellare e mettere il cappotto al secondo lotto di coltivazione della cava, esaurito un paio di anni fa.
Sarà ma sempre di rifiuti si tratta, tant’è che non è stato possibile smaltirli altrove e, in deroga al principio di autosufficienza e prossimità, si è deciso di portarli in Valle Peligna con un atto d’imperio della Regione che così ha sfruttato una parte del 5% della discarica riservato per legge all’ente. Da smaltire restano ancora 5mila metri cubi, in quanto l’autorizzazione dell’opera prevede fino a 10mila metri cubi di dragaggio.
Nell’ordinanza, solo ora pubblicata sul Burat nel silenzio di Cogesa e Comune (che pure erano informati), si legge che i “sedimenti del dragaggio non possono essere utilizzati per ripascimenti o immersi in mare” e che nella relazione tecnica si consente “il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti e con specifico riferimento alle conseguenze ambientali”.
Secondo i tecnici sarebbe comunque garantito “un elevato livello di tutela della salute e dell’ambiente”, anche se si è ricorsi anche alla deroga dei “criteri di ammissibilità in discarica di rifiuti non pericolosi” e a quella dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia).
E’ quanto consente la procedura di “somma urgenza”, è quanto ha stabilito autonomamente il presidente della Regione.

3 Commenti su "La discarica d’Abruzzo: a Sulmona i fanghi di Pescara"

  1. l’ordinanza del Presidente della GR del 13.11.2017,n.2,é stata pubblicata sul BURA 50/20.12.2017. Sarebbe interessante poter leggere anche la “””Relazione tecnica” redatta dal Servizio Gestione Rifiuti, che fa parte integrante e sostanziale del provvedimento, con la quale si esprime il parere tecnico favorevole ai sensi dell’art. 191 del D.lgs. 152/06 e s.m.i., per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti e con specifico riferimento alle conseguenze ambientali;” di cui però non vi è traccia.

  2. L’ennesimo regalo regionale del leader maximo e combriccola locale annessa.

    Fa paura notare come per l’ennesima volta la “longa manus” regionale ci “appioppi” di tutto e di più, nel più impressionante silenzio ed asservimento dei ras (???) locali.

    Fa anche paura quel “derogare temporaneamente” che sa sempre di fregatura (e lo è stato).

    Fa paura (se rispondente al vero) che il COGESA (& C.) lo ritenga un regalo di restyling d’autore di una discarica esaurita.

    Nell’ordinanza 13.11.2017, n. 2 – http://bura.regione.abruzzo.it/singolodoc.aspx?link=2017/Ordinario_50_1.html – al punto 3, classifica i fanghi come di classe D ed E che non sono proprio tutta sta purezza – http://slideplayer.it/slide/10556421/ – (vedi pagg. 4 e 5 ) dove si parla chiaramente di necessarie misure di monitoraggio ambientale (ed il COGESA ci faccia sapere quali misure sono state adottate 🙁 ) e quali gli indici di ecotossicologici dei rifiuti (e sempre il COGESA destinatario dei rifiuti, tiri fuori le analisi che sicuramente (???) avranno accompagnato le 5 t di marciume

    Fa paura la rassegnazione di un territorio.

    Fa paura l’impotenza di un territorio.

  3. @COGESA -> E’ notizia di ieri del via libera ai lavori di svuotamento della vasca di colmata del Porto di Pescara per la rimozione di 100mila metri cubi di sedimenti (su 192mila totali).
    C’è spazio in discarica per continuare a fare altro business?

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