Bastasse solo cambiare un assessore, o anche quattro, per mettere ordine al Comune di Sulmona. La notizia, mai smentita veramente, di un prossimo rimpasto della giunta Casini, sembra una delle più classiche manovre per gettare fumo negli occhi. Non che qualcuno dei “condannati” all’esilio (o alla liberazione, dipende dai punti di vista) non se lo meriti un po’ di riposo forzato dalla pubblica amministrazione, visti i non risultati e anzi i tanti fallimenti, ma un rimpasto, di quasi tutta la giunta (ad eccezione del vice sindaco Mariella Iommi, chissà perché poi solo e proprio lei), avrebbe un senso solo se fosse il frutto di un nuovo equilibrio politico nella maggioranza. E a parte le dimissioni della consigliera Roberta Salvati dalla presidenza del circolo del Pd (che in maggioranza non c’è), a palazzo San Francesco non si muove foglia. E non solo dal punto di vista politico. Non vorremmo insomma che quel fumo servisse per nascondere altro, in un Comune che consegna le chiavi del palazzo ad un ex detenuto per ndrangheta e dove, ormai, è inutile anche frequentare le conferenze stampa, perché le notizie sono sempre declinate al futuro. Faremo, diremo, incontreremo. Così per Casa Italia, per il progetto dell’Ingv, per il Piano di protezione civile, per la messa in sicurezza delle scuole, per le gare d’appalto che non si possono neanche più fare e, per restare alle voci principali del programma di mandato, per la riorganizzazione della macchina amministrativa. Che è poi, quest’ultima, l’origine, se non di tutti i mali, sicuramente di buona parte di essi. A proposito di erba e di fasci unici, di rimpasti alla rinfusa, così, si scopre che l’assessore delegato al Personale, e quindi alla riorganizzazione degli uffici, Cristian La Civita, ha pronta la delibera relativa da gennaio scorso, ma non si capisce per quale arcano motivo non si riesca ad approvarla. A meno che il sindaco, che ha il compito di gestire l’agenda del da farsi, non se ne sia accorta, presa com’è dalla continua emergenza. D’altronde “a sua insaputa” qualcuno le sta ridisegnando l’esecutivo, costruendo sotto il naso una bretella ferroviaria che declasserà la stazione di Sulmona, depotenziando l’ospedale e persino cambiando le mattonelle di piazza Garibaldi sul modello della Street of Fame di Hollywood. In fondo a Sulmona sembra di vivere in un film, una commedia horror.
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