“La cocaina era da consegnare”, resta momentaneamente in carcere De Almada

Di quei 340 grammi di cocaina, Antonio De Almada voleva solo una dose. Il resto era da consegnare, per carico di chi, però, resta un mistero. Il ventiduenne di Pratola Peligna, fermato sabato scorso con la sostanza stupefacente dalla Guardia di Finanza di Sulmona, ha risposto alle domande del gip del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto. De Almada proseguirà in carcere la sua detenzione che, in realtà, corrisponde agli arresti domiciliari.

Una misura imposta dal gip ma al momento non attuabile, in quanto il ragazzo non può condividere gli spazi con il fratello Jeanpierre, anche lui ai domiciliari dopo l’arresto nelle scorse settimane per detenzione a fini di spaccio di oltre un etto di cocaina. Fino a quando non verrà individuato un nuovo domicilio, Antonio De Almada resterà nel carcere di Sulmona, dove si trova da due giorni.

De Almada, fermato mentre percorreva in monopattino contromano una strada di Pratola Peligna, ha mostrato subito segnali di ansia e agitazione. Tant’è che i finanziari non hanno dovuto neanche perquisire il giovane, che volontariamente ha consegnato l’involucro contenente 340 grammi di cocaina, per il valore complessivo di trentacinquemila euro.

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