Hanno un nome le porte, gli archi, le strade e, perchè no, anche le buche. Così un po’ d’ispirazione e via a lavorare di fantasia per quei crateri di Sulmona (in parte ricoperti la scorsa settimana) che, affezionati a parte, hanno fatto arrabbiare qualcun altro, soprattutto quei proprietari di auto che, vuoi una distrazione o la scarsa dimestichezza nello slalom (sport in voga tra le arterie cittadine), ci sono finiti dentro.
Tra le buche censite da Guglielmo Di Loreto, un cittadino armato di buona ironia, appaiono, per citarne qualcuna: Buca Brioche in viale dei Cappuccini, Buca del Pittore in via Teofilo Patini, Buca della Liberazione in via XXV Aprile, Buca Papale in via Giovanni XXIII, Buca storica in via Sallustio. Il cratere si fa Epico in via delle Metamorfosi; quelle in via Fila, manco a dirlo una dietro l’altra, assumono il nome della strada stessa.
Un mezzo tutto da ridere, insomma, per riproporre l’eterno dilemma della città “groviera”. A parlar sul serio, non se la passano troppo bene in via Aldo Moro dove la situazione delle strade dissestate prende la forma, la più evidente almeno, di un piccolo canale d’acqua che fuoriesce rovinosamente dall’asfalto per finire lo scolo all’interno di un tombino.
Quel “Piano buche”, avviato tra dicembre e gennaio, pare proprio da rinforzare quantomeno nel censire le buche, se c’è ne sono ancora, sfuggite all’occhio scaltro dei cittadini per degnarle, a pari delle simili, di un nome proprio.
Simona Pace
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