Il Sottosegretario con delega all’Ambiente, Mario Mazzocca esulta per la sentenza della Cassazione che ha demolito le “multe pazze” della vecchia gestione del Parco Nazionale della Majella di Gianfranco Giuliante e Nicola Cimini allora presidente e direttore dell’ente.
Mazzocca ha ricordato questa mattina in una conferenza stampa a Pescara come la vicenda sia partita dalla Deliberazione n.5 del 20 luglio 2009, a firma degli allora Presidente e Direttore del Parco inerente la “Graduazione delle sanzioni amministrative pecuniarie”. “All’epoca – ha spiegato il sottosegretario – manifestammo tutte le nostre perplessità, dapprima con una nota specifica al Ministero, poi con una Deliberazione della Comunità del Parco, circa le disposizioni contenute nell’atto che, fin dall’inizio, apparve chiaramente controverso, dotato di un corposo margine di discrezionalità nella fase applicativa, mai ratificato dal Consiglio Direttivo dell’Ente, oltre che pubblicato sul sito ufficiale e sull’albo pretorio online dell’Ente Parco stesso solo anni dopo. Ma soprattutto, ad una analisi più approfondita, rilevammo allora come le esose multe applicate dal Parco Majella, stangate fino a centinaia di migliaia di euro, fossero totalmente illegittime, non previste dalla legge, eccedenti i poteri assegnati dallo Stato, dunque abusive”.
Mazzocca, inoltre, ha ricordato come con l’arrivo del presidente Franco Iezzi, nominato dal ministero in sostituzione di Gianfranco Giuliante, “sulla base della concreta applicazione triennale di tali sanzioni” procedette immediatamente a rimodulare la tabella sanzionatoria”al fine di meglio garantire la duplice funzione preventiva e repressiva”, portando al contempo l’atto a ratifica del Consiglio Direttivo – all’epoca non ancora ricostituito.
A questo punto dichiara Mazzocca: “Mi farò promotore di un’azione legale complessiva ed organica supportando gratuitamente tutti quei cittadini che intendono rivalersi per il ristoro delle somme che hanno ingiustamente pagato per assolvere alle sanzioni irrogate da parte dell’Ente Parco stesso sulla base di un atto illegittimo”.
S.M.
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