Una folta platea all’evento organizzato da AltreMenti Valle Peligna, dai Comitati cittadini per l’ambiente e dal Movimento No Tap sulle infrastrutture energetiche che gravano sul Salento e sul Centro Italia. È stata la tappa abruzzese della “Carovana No Tap No Snam”, iniziativa nata a settembre durante una “tre giorni” nazionale tenutasi in Puglia, in cui si sono incontrati diversi attivisti delle varie lotte ambientali presenti nel Paese. A Sulmona si è parlato specificatamente del gasdotto Tap e del gasdotto Rete Adriatica.
Per il Movimento No Tap è intervenuto Marco Verri uno dei portavoce del movimento salentino che ha raccontato come si sia sviluppata la lotta contro la multinazionale energetica Tap (di cui Snam possiede il 20%) dal 2012 ad oggi. “Cerchiamo di combattere quotidianamente – ha detto Verri – contro la mistificazione che viene fatta nei nostri confronti. Abbiamo sempre fatto resistenza passiva davanti al cantiere ma veniamo etichettati come dei violenti anche se non lo siamo mai stati. Veniamo da un territorio che è stato completamente militarizzato negli ultimi mesi, con reti metalliche a protezione del cantiere e centinaia di forze dell’ordine. Stiamo lottando per la nostra dignità, oltre che per la nostra terra”. Ad integrare l’intervento “politico” di Verri c’è stato quello “tecnico” dell’ingegnere Alessandro Manuelli che ha illustrato i rischi per la popolazione e per il territorio derivanti dal passaggio del gasdotto ma anche dalla centrale di decompressione che dovrà essere costruita a Melendugno, comune leccese di approdo del Tap.
Agli interventi contro il Tap hanno fatto sponda quelli contro la grande opera Rete Adriatica, gasdotto etichettato come “il continuo del Tap in terra italica”. È intervenuta Giovanna Margadonna dei Comitati cittadini per l’ambiente che ha ribadito come queste sono battaglie in difesa del territorio tout court. “Da oltre dieci anni – ha detto Margadonna – portiamo avanti una lotta civile e democratica. Continuano a parlare di gas che però non serve a nessuno. Nelle strategie energetiche degli altri Stati europei si tende alla riduzione del fossile a favore delle rinnovabili, ma allora questo gas a chi lo dobbiamo vendere?”. Infine è stata la volta di Davide Cacchioni del collettivo AltreMenti Valle Peligna che ha illustrato il progetto Rete Adriatica e la centrale di compressione di Case Pente di Sulmona dal punto di vista tecnico soffermandosi sulla necessità della “conversione ecologica delle forme quotidiane di consumo e produzione, unica soluzione che metterebbe la parola fine su progetti come Rete Adriatica e Tap”.
Savino Monterisi
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