Sopra la brace antilopi, giaguari, sciacalli e lapin

Che la fase della normalizzazione fosse iniziata, l’avevamo annunciato in tempi non sospetti. I capigruppo della maggioranza del consiglio comunale di Sulmona – Luigi Santilli, Roberta Salvati, Mauro Tirabassi e Fabio Pingue – però non hanno resistito a mettere tale intenzione per iscritto e consegnarla alla città. “Abbiamo la necessità di normalizzare un clima divenuto irrespirabile, saturo, che danneggia solamente la nostra Città” ma se l’intento era quello di gettare acqua sulle braci ardenti per raffredarle il risultato difficilmente verrà raggiunto.

Non si può chiedere del resto un cambio di clima politico attaccando tutti gli avversari che si hanno a tiro: “la Senatrice che in un mese non ha sentito l’esigenza di fare visita al COM”; “l’esponente forzista che anche in questa circostanza, non ha perso occasione per alimentare sterili polemiche”; “l’ex assessore provinciale, che si ricorda solamente per l’imbarazzante inconsistenza della sua azione politica”; “il sindaco che indossa un abbigliamento a tema e pubblicando foto emozionali promuovendo sterili polemiche sui social, attraverso i propri parenti ed affini”. Che tradotto fa: Paola Pelino, Elisabetta Bianchi, Teresa Nannarone ed Antonella Di Nino.

Non un caso forse che si tratta di potenziali outsider politici a vari livelli: comunale, regionale, nazionale. È ben più probabile dunque che l’intento del comunicato, diversamente dalla preannunciata volontà di “normalizzare” sia stato quello di attaccare tutti gli avversari, come un pugile che dopo aver subito un paio di colpi ben assestati – leggi incendio del Morrone e caos scuole/Musp – prova a reagire. Parole dure e forti quelle usate – sciacalli, nemici della città – appropriate al “clima da guerra civile tra Guelfi e Ghibellini, al quale – i quattro – non hanno voglia alcuna di partecipare” ma che non fanno altro che alimentare. Parole dalle quali traspare in tutta la sua evidenza la difficoltà che stanno scontando l’amministrazione Casini e l’assessore regionale Gerosolimo suo deus ex machina. Quest’ultimo dopo essersi visto costretto a rivedere la sua posizione sul rimboschimento, si è dichiarato intento ad attivarsi “affinché la volontà del territorio venga rispettata” però poi non si è presentato al tavolo dove questa volontà veniva discussa e decisa, ovvero quello del 13 settembre scorso in Regione dove si affrontava alla presenza di sindaci e governatore D’Alfonso proprio il tema del rimboschimento.

La sindaca dal canto suo nell’ultimo periodo sconta una condotta pubblica altalenante, spesso suo malgrado: dall’assenza nei momenti iniziali dell’incendio che l’hanno esposta a feroci critiche, alle minacce di dimissioni date in diretta televisiva, dalle comparsate sulla tagliafuoco di Pratola Peligna in compagnia dei big regionali, all’elezione ad eroina delle giornate degli incendi, dagli appelli all’unità del territorio lanciati nell’intervista fatta ad Onda Tv il 5 settembre, alle invettive pubblicate su Facebook verso colleghi più o meno individuabili nelle quali vengono coniati neologismi come “dimassare”.

Non è un caso forse nemmeno che la sindrome da accerchiamento o “gogna mediatica” di cui si sente vittima la maggioranza, i quattro provano a smontarla mostrando i risultati dell’amministrazione che però appaiono un po’ debolucci o sovradimensionati: “Sulmona entra in casa Italia” – risultato legittimo che se però viene ben indagato si scopre che comporterà la messa in sicurezza di un solo immobile pubblico, insomma un progetto pilota; “Sulmona valorizza il proprio patrimonio architettonico e culturale (attraverso 12 milioni di euro sull’Abbazia Celestiniana)” – tutto molto bello se non fosse che il Masterplan, il piano dove sono stanziati i 12 milioni di euro, è stato presentato nell’aprile 2016 ben prima dell’elezione di questa maggioranza; “Sulmona diventa protagonista della vita politica abruzzese” – senza specificare come, quando e perché risulta una vana ostentazione di muscoli; “Sulmona potenzia l’ufficio sisma” – tutto vero ma basta riavvolgere un attimo il nastro per rendersi conto di quanta fatica ciò è costato, pasticciando diverse volte per fare l’avviso e scontrandosi duramente con i professionisti e i costruttori, arrivati al punto di minacciare una manifestazione a suon di ruspe e camion; “Sulmona salva il punto nascite” –risultato che forse è stato raggiunto anche grazie ai cittadini che con il “comitato in difesa del punto nascite” tanto hanno dato battaglia in questi anni.

Un clima avvelenato in città, questo è certo, nel quale s’inserisce un consiglio comunale ad hoc sugli incendi a lungo negato – la richiesta del consiglio comunale straordinario risale al 24 agosto –, convocato poi con grande fatica solo l’8 settembre alle ore 09. Consiglio andato prevedibilemente deserto da parte dei cittadini visto l’orario e il giorno lavorativo, ma le preoccupazioni della maggioranza erano altre e un consigliere interpellato sull’orario ci ha confessato rassegnato “tanto non sarebbe venuto nessuno lo stesso”. Eppure la questione dell’incendio era e forse lo è ancora sentita in città e di certo un’amministrazione dovrebbe porsi sempre e comunque con un atteggiamento inclusivo e mai escludente a priori, ma ormai quel che fatto è fatto.

Da quel consiglio però è venuto fuori qualcosa di molto positivo e per rasserenare gli animi di tutti è forse proprio da lì che si dovrebbe ripartire, da quell’ordine del giorno proposto dalla minoranza e votato poi all’unanimità che chiedeva “un naturale e fisiologico ripristino della vita del Morrone, anche e non solo al fine di evitare speculazioni di qualsiasi natura” in sintesi un secco “no al rimboschimento”, tanto chiesto dai cittadini nei giorni precedenti.
Un’unità non solo millantata ma praticata e poi riportata nelle stanze che contano, in quel già citato tavolo regionale del 13 settembre dove tutti i sindaci della Valle Peligna, compatti, si sono opposti ai tentativi di fare business e speculazioni sul disastro del Morrone, segno che quando i cittadini indicano chiaramente agli amministratori qual è il loro volere, la politica va oltre le divisioni.

Savino Monterisi

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