L’84% di medici obiettori: in Abruzzo a rischio il diritto all’aborto. La Cgil scrive a Marsilio

La CGIL Abruzzo e Molise scende in campo a fianco delle donne per “rivendicare politiche sanitarie che permettano di interrompere una gravidanza in modo e sicuro e sereno”. E lo fa con una lettera inviata al presidente della Regione Abruzzo nella giornata internazionale dell’aborto libero e sicuro. Quello garantito dalla legge 194 la cui attuazione, spiega la sigla sindacale, “in Abruzzo è di fatto un percorso a ostacoli” complice l’alto tasso di medici obiettori, quasi l’83,8% a fronte di una media nazionale che si aggira intorno al 64%.

Ad aggravare la situazione, continua il sindacato, oltre a “una certa intolleranza all’utilizzo delle procedure abortive farmacologiche” l’emendamento inserito nell’ultimo decreto PNRR che apre le porte dei consultori alle associazioni antiabortiste.

“Una decisione che va contro la legge 194 e contro l’autonomia e la libertà delle donne” dichiara la CGIL che, a pochi giorni dall’approvazione dell’emendamento, aveva chiesto alla Regione di non dare seguito al provvedimento. Seguendo l’esempio di Toscana, Puglia ed Emilia Romagna che hanno già detto “no” all’ingresso nei consultori delle associazioni proVita.

Del resto l’emendamento lascia alle Regioni la libertà di decidere in merito e proprio per questo le organizzazioni sindacali avevano avanzato alla Regione Abruzzo richieste precise, da strutture e personale non obiettore in numero adeguato alle esigenze e alle caratteristiche geografiche dei diversi territori al ricorso a pratiche più sicure e meno invasive per il corpo delle donne in adempimento della circolare del Ministero della Salute del 2020 sull’aborto farmacologico e il recepimento delle linee guida, dal rispetto del target minimo di un consultorio pubblico ogni 20 mila abitanti al divieto per le associazioni antiabortiste di entrare nelle strutture pubbliche dove si effettua la prima visita per garantire la libera scelta delle donne, questo quanto chiesto dai sindacati disponibili anche a un confronto “per un’analisi approfondita dei dati relativi ai consultori e alla loro organizzazione”.

Richieste rimasta finora senza risposte da parte di quelle istituzioni alle quali CGIL Abruzzo e Molise torna a rivolgersi per ribadire che “continuerà a monitorare i dati, l’incidenza del fenomeno dell’obiezione di coscienza e la presenza ed operatività dei consultori e delle strutture sanitarie”. Affinché il diritto all’aborto sicuro e libero sia garantito.

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