E’ suonata la campana per il pugile del “knockout game”, uno dei protagonisti della primavera del 2014 quando, durante la settimana di Pasqua, la folle moda di aggredire gente senza motivo per strada arrivò anche a Sulmona.
Ieri, infatti, il giudice del tribunale di Sulmona, Marco Billi, ha condannato alla pena di un anno di reclusione oltre al risarcimento danni (da stabilire in separata sede) a due delle vittime, Alessandro De Chellis, ventiquattrenne di Sulmona, all’epoca dei fatti appena ventenne.
Il giovane insieme ad altri amici, che però non sono finiti sotto processo, la sera del 12 aprile di tre anni fa si rese protagonista di una doppia aggressione ai danni di due fratelli quarantenni che vennero brutalmente colpiti prima mentre camminavano lungo la villa comunale e poche ore dopo in un locale notturno di Sulmona.
Calci e pugni in pieno volto e su tutto il corpo che causarono alle vittime la rottura del malleolo ad uno e gravi lesioni in volto all’altro. Una prognosi di oltre trenta giorni per una violenza che in parte ieri è stata ripercorsa e rivista proprio nell’aula del tribunale, dove sono state mostrate le immagini delle telecamere di videosorveglianza del locale nel quale avvenne il secondo agguato.
Un’aggressione, ha sostenuto l’avvocato dei due fratelli, Alessandro Pettine, del tutto immotivata, improvvisa e gratuita.
La difesa di De Chellis, sostenuta dall’avvocato Alessandro Scelli, ha battuto invece la strada della provocazione, sostenendo che le due vittime avessero sfottuto per strada il ragazzo.
Una tesi che però è stata respinta dai protagonisti di quella folle sera: “Non conoscevamo De Chellis, né avevamo scambiato con lui nessuna parola – ha raccontato una delle vittime – anche per la differenza di età. Ci ha aggrediti improvvisamente prima mentre camminavamo per strada, poi nel locale”.
Sul ring, cosí solo i vigliacchi