A pensarlo in tutto il suo splendore vien da sorridere per così tanta bellezza, verde, pace, luogo di calma e serenità, immersi nel verde, ma in città. Purtroppo di questo non si tratta perchè il parco fluviale Daolio di Sulmona continua ad essere una delle vittime predilette del vandalismo cittadino nonché dell’assenza di una gestione capace di tirarlo a lucido e sfruttarlo in tutto il suo potenziale, e ce n’è tanto.
L’ultimo episodio fu quando venne divelto il cancello di uno degli ingressi. Oggi, una serie di fotografie (di Giuseppe Rapisarda), mostrano come le strutture presenti all’interno del parco, quelle che un tempo, ci abbiamo creduto tutti, avrebbero dovuto ospitare il centro di educazione ambientale Barrasso (quale luogo migliore), e che ad oggi non ospita un bel niente se non vetri spaccati, scritte sui muri, water intasati dall’ignoranza di chi non riesce a prestare attenzione al bene comune, che poi sarebbe anche il suo bene comune. Una meravigliosa voliera dove non ci sono uccelli, ma cancelli divelti ed erbe a volontà e spazzatura abbandonata sui prati dove dovrebbero correre solo bambini.
Insomma, il volto del parco Daolio è quello di una sconfitta comune, altro che bene; è quello di un gioiello prezioso consegnato alla deturpazione e sembra che non si riesca proprio a venirne fuori. Siamo rimasti con l’amministrazione comunale che tentava la gestione dell’area attraverso un bando, strumento rimasto alla mercé degli uffici del primo e del quarto settore, entrambi con voce in capitolo rispettivamente per i beni del cittadino e del patrimonio. Dello stato di avanzamento è impossibile avere contezza.
Se solo il parco fluviale vivesse della bellezza, del verde, della pace, della calma e della serenità per il quale è sorto, di così tanto splendore si potrebbe sorridere di cuore, invece al passante non resta che l’indignazione, così come a tutti coloro che Sulmona la amano veramente.
Istantanee dal parco fluviale, il volto del degrado.
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