Ispettori del Mef in Comune, i dipendenti dovranno restituire gli incentivi illegittimamente erogati

Gli ispettori del ministero dell’Economia e Finanze sono sono andati via ieri, dopo aver dato precise indicazioni sul recupero di somme che il Comune aveva elargito indebitamente ai suoi dipendenti. Osservazioni già messe nero su bianco nel 2014 e relative agli incentivi elargiti “a pioggia” (usano proprio questa espressione gli ispettori) negli anni 2009-2010 e 2011, quando, sindaco Fabio Federico, ognuno faceva un po’ quel che voleva a palazzo San Francesco.

Circa 30mila euro finiti nelle tasche di dipendenti che non ne avevano diritto, valutati su criteri quantitativi, anziché qualitativi, con incentivi dati prima ancora che il Nucleo di valutazione si esprimesse sui risultati raggiunti o per progettazioni interne che non dovevano essere pagate. Un’aberrazione amministrativa secondo gli ispettori del Mef che hanno portato la giunta comunale ad agire di conseguenza, prevedendo un piano di recupero a valere sul fondo decentrato e, nel caso di mancata copertura, sulle finanze degli stessi dipendenti.

Nello specifico il piano di rientro prevede il recupero di 12.703,96 euro per compensi di produttività erogati (nell’ufficio di segreteria) in assenza della preventiva certificazione del Nucleo di valutazione sul grado di raggiungimento degli obiettività stabiliti dal Peg (piano esecutivo di gestione) e di 17.248,66 euro (nel solo 2010) per compensi di progettazione interna (afferenti al quarto settore) illegittimamente erogati.

I soldi verranno così decurtati dal fondo decentrato del 2018 (per il quale proprio ieri si è chiusa la trattativa sindacale) per quanto riguarda gli incentivi erogati all’ufficio di segreteria e dal fondo variabile per la progettazione per quanto riguarda i soldi dati illegittimamente ai progettisti del quarto settore, prevedendo la riduzione al minimo degli incentivi stessi per i prossimi anni, fermo restando che la restituzione delle somme dovute dovrà esaurirsi in un quinquennio.

Una penalità grave, più sotto il profilo etico che economico, che è destinata ad infuocare, più di quanto non lo sia già, il clima negli uffici di palazzo San Francesco.

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