Tre ragazzi, una campagna elettorale agli sgoccioli e il potere di veicolare l’opinione pubblica attraverso il web con il carburante delle fake news. E’ la trama di Sesto Potere, lo spettacolo che andrà in scena sul palco del Caniglia il prossimo sabato 3 febbraio (ore 21:00), coprodotto dall’associazione culturale sulmonese Teatro Maria Caniglia, assieme a LVF – Teatro Manini di Narni, Ente Teatro Cronaca – Vesuvioteatro. Bufale virali e propaganda politica salgono sul palcoscenico, in un’opera a firma del regista Davide Sacco non così lontana da ciò che accade al di là della platea.
Basta leggere i dati pubblicati da Facebook Italia: nel primo semestre del 2023 la piattaforma di Meta ha rimosso oltre 45mila contenuti considerati “dannosi per la salute o di interferenza elettorale o sui censimenti”. Altri 1.900 post sono stati bannati da Instagram (altra piattaforma social di Meta). Numeri che hanno posizionato l’Italia al primo posto nella UE per disinformazione e fake news condivise sul social network di Menlo Park. A testimonianza che i prodotti del “quarto potere” (etichetta data alla stampa dal deputato inglese Sir Edmund Burke, nel 1787) devono essere sempre oggetto di verifica, specie quando si condividono con il mondo virtuale. Non saranno felici gli elettori di destra, ma lo studio pubblicato lo scorso maggio su Nature Scientific Reports ha rilevato che sono proprio i più conservatori a diffondere fake news sui social. Anche se, sempre secondo quanto esposto dallo studio, ciò deriva dalla disinformazione e non dalla malafede.
E se Mark Zuckerberg piange Elon Musk di certo non ride. Il magnate sudafricano, oltre a fare i conti con la svalutazione di X, deve anche limitare l’amplificazioni di contenuti fuorvianti. Non è un caso che lo scorso settembre, Vera Jourova, commissario per i valori e la trasparenza dell’Unione Europea, ha etichettato X come “il social con maggiore condivisione di post di disinformazione”, di cui tre post di disinformazione su quattro provengono da profili verificati (quelli con la spunta blu, tanto per capirci). Tant’è che da maggio X ha detto addio al Codice di condotta sulla disinformazione della UE. Ma ciò non vuol dire che l’ex Twitter sia terra di nessuno. Etichettatura dei contenuti e prompt sulle condivisioni di post fuorvianti sono le armi messe in campo dal CEO di Tesla per arginare la diffusione di bufale all’interno della community. C’è poi il debunking preventivo, attivato durante le elezioni. X pubblica in modo proattivo aggiornamenti o messaggi informativi per contrastare le informazioni fuorvianti che emergono. In particolare, i messaggi di debunking preventivo vengono lanciati in merito a post sul voto per corrispondenza e risultati elettorali.
Tutti, in un modo o nell’altro, devono far fronte a un altro “nemico” della disinformazione, che si cela dietro la propaganda affida all’AI. Al momento più che bufale, però, sono usciti fuori veri e propri pasticci che hanno trasformato l’intelligenza in “deficienza” artificiale. Uno spunto lo ha dato Anthony Furey, candidato a sindaco di Toronto, con una campagna incentrata sulle immagini generate dall’AI. Peccato che tra queste vi siano veri e propri strafalcioni. Il più clamoroso riguarda una donna con tre arti durante una discussione.
Non sarà frutto dell’intelligenza artificiale, ma più probabilmente di Paint, il cartellone elettorale che raffigura la candidata per la corsa alle regionali, Catia Puglielli (lista Udc), in una non precisata metropoli. Scenario già utilizzato in passato dal Comune di Firenze e non solo, a giudicare dai risultati dati da Google Lens.
Niente AI di certo per Marianna Scoccia, che solo dopo tre tentativi è riuscita a pubblicare la giusta immagine di copertina nella propria pagina Facebook. Prima una bozza in lavorazione. Poi un lavoro sgrezzato, e solo successivamente l’immagine definitiva, con il simbolo della lista Noi Moderati. Opera non di certo del machine learning, ma del team che segue costantemente da mesi la sindaca di Prezza a suon di reels dei viaggi di lavoro sulla A24 e A25.
Anche se sui video-spot la consigliera regionale si è affidata a mani senza dubbio esperte.
Più pragmatico e molto meno fantasioso il candidato Pd, Guido Angelilli. Lui, che combatte per una raccolta differenziata virtuosa in Cogesa, ha deciso di “riciclare” lo slogan già utilizzato per conquistare la fascia tricolore di Pacentro. “Il coraggio delle idee”, già propugnato nell’ultima corsa per le amministrative.
Il sipario sulla propaganda social verso le elezioni del prossimo 10 marzo si è appena alzato: una serata a teatro, sabato prossimo, potrebbe essere una buona guida.
Considererei di più lo spinoso problema sociale sulla parità di genere aperto come una voragine in valle peligna dalla nutrita compagine femminile che , senza rammarico, si e’ presentata in egoistica concorrenza alle elezioni. Cioè, per quale iniziale ruminazione, per quale interno disagio, per quale oscura aspirazione, tutte le candidate, vecchie e nuove, donne, per varia diversità, non sono donne particolarmente belle, poco appetenti, di femminilità non molto interessante in uno stesso livello tra di loro (non voglio dire brutte) Quindi, perché le donne belle (canonicamente) si mantengono scrupolosamente alla larga dalle cariche politiche ? Perché ricevono proposte migliori, o forse perché a ragione della loro avvenenza potrebbero essere particolarmente corteggiare , oggetto di proposte od
addirittura insidiate ? potendo così generare sospetti e gelosie anche nei compagni?
Sembra, poiché le donne debbono, Per Natura, essere belle
che la decadenza delle istituzioni si evinca anche da questi eventi che ci propone la attualità . Le caratteristiche esteriori che esprimono le candidate sono le stesse delle antiche Perpetue, che per essere ammesse a servizio nelle canoniche dovevano essere rigidamente connotate proprio da mancanza di avvenenza oltre che di età , tanto scrupolosamente che i parrocchiani non avrebbero potuto valutare mostrarsi presenza persuasiva verso le debolezze del prete.
PER LA LIBERTÀ REALE DELLE DONNE C’È ANCORA MOLTO DA PERCORRERE E LA VALLE PELIGNA LO STA DIMOSTRANDO.
Ben certo,ma con un poco di fantasia diciamo che vanno bene lo stesso. Basta accontentarsi, senza molta pretesa l’essenziale lo svolgono.
….. grande B. DI MASCI: dopo le “zoccole” anche le “perpetue”.
Che schifo di commento
Fattene una ragione ….la tua opinione non conta più nulla….è oramai vecchia e distorta. Puoi offendere e ferire chi vuoi ma un giorno anche tu sarai giudicato e no vorrei essere al tuo posto