La sede INPS in via Sardi, a Sulmona, è rimasta “al buio” e con essa i locali occupati dall’APC “Giuseppe Capograssi” a pian terreno. L’assenza di corrente elettrica, che si è prolungata per gran parte della mattinata, ha costretto l’INPS a rinviare gli appuntamenti in calendario con l’utenza. Telefoni e pc inutilizzabili e sede in completo stallo.
Stessa sorte è toccata a chi frequenta il centro servizi culturali. Niente elettricità a disposizione per tenere in carica computer, tablet e o smartphone. La mattinata di studio e ricerca è dunque saltata per coloro che avevano che si sono recati al centro servizi culturali. Anche perché anche la rete Wi-Fi è andata in down, impendendo qualsiasi tipo di navigazione, se non con il proprio hotspot personale.
Insomma, neanche le quattro ore mattutine dell’APC sono state garantite. Le uniche durante le quali i banchi della biblioteca “Capograssi” sono fruibili durante il mercoledì’, visto che l’apertura pomeridiana è prevista solo nelle giornate di martedì e giovedì, per appena due ore e mezza. Torna così in auge la necessità di un’aula studio da aprire in città. Lunedì scorso se n’è tornato a discutere nell’aula consiliare di Palazzo San Francesco, con un punto all’ordine del giorno presentato da Teresa Nannarone. La consigliera d’opposizione ha portato in via Mazara la proposta di aprire un’aula studio intitolata a Carlo Tresca. Il sindaco, Gianfranco Di Piero, ha spiegato che al momento non sono disponibili locali comunali da destinare allo spazio dedicato alla cultura.
Proposta che era stata protocollata in Comune esattamente un anno fa, ma andata “perduta” tra uffici e corridoi di Palazzo San Francesco. Intanto va avanti la petizione per l’apertura dell’aula studio, arrivata in pochi giorni a 185 firme.
Ma perché non utilizzare le scuole come aule studio?