Indennità non retribuite: ASL 1 condannata al pagamento di 10mila euro

Una vittoria non solo giuridica. Arriva dalla FP CGIL della provincia dell’Aquila l’annuncio della decisione del giudice del lavoro del tribunale di Sulmona, che all’udienza del 17 settembre scorso ha condannato la ASL 1 al pagamento di quanto dovuto a titolo di indennità di coordinamento, a favore di una ricorrente, come previsto dal CCNL.

Una sentenza a favore della donna, iscritta alla stessa sigla sindacale, che premia l’attività svolta dalla FP CGIL che dopo “continue sollecitazioni rivolte all’azienda sanitaria, rimaste nel tempo inascoltate”, ha deciso di passare alle vie legali.

Il ricorso è stato depositato tramite l’avvocato Enrico Tedeschi per chiedere il riconoscimento della giusta retribuzione per l’attività di coordinamento, svolta dalla lavoratrice della ASL dal 2017 ad oggi.

Condanna al pagamento di 10 mila euro, oltre agli interessi e alle spese legali, questa la decisione che di fatto riconosce alla lavoratrice “il diritto a percepire la retribuzione dovuta per l’attività svolta” come spiega la FP CGIL da anni impegnata nel denunciare situazioni di mancato rispetto delle norme legislative e contrattuali vigenti.

“Non possiamo non dichiararci soddisfatti dell’esito – commentano dal sindacato – ma contestualmente riteniamo necessario ribadire che un serio confronto con le organizzazioni sindacali da parte della ASL sia il presupposto prioritario per il “bene comune”, poiché un lavoratore a cui vengono garantiti i
propri diritti equivale ad un lavoratore che viene messo nelle condizioni di poter svolgere al meglio il proprio
lavoro”.

Motivo per cui il sindacato rinnova alla direzione della ASL l’invito a riavviare la contrattazione “sui tanti temi disattesi dalla direzione strategica” tra cui il il bando di concorso datato novembre 2022. Un bando che, finalizzato ad attribuire incarichi di funzione, è stato elaborato facendo riferimento ad un contratto collettivo nazionale scaduto già da due anni con la conseguenza che, in caso di mancata rimodulazione alle vigenti norme contrattuali, lo stesso verrà “verosimilmente impugnato dal personale”. Impedendo così la “necessaria e strategica attribuzione degli incarichi indispensabili per migliorare il governo della ASL 1 in tutta la sua complessità”.

Una vittoria, quella ottenuta tra i banchi del tribunale di Sulmona, che oggi più che mai spinge la FP CGIL L’Aquila a continuare “ogni utile azione di lotta a tutela dei diritti di tutto il personale della ASL 1 costretto a garantire un servizio essenziale in condizioni che costantemente violano le
vigenti norme contrattuali”. Ringraziando l’avvocato Tedeschi per il lavoro svolto a tutela dei diritti dei lavoratori.

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