Con i suoi soli 17 sindaci (tra chi entrava e chi usciva) l’incontro di oggi a Palazzo San Francesco è stato prima di tutto una presa di coscienza. Convocata per la questione delle autostrade e del tribunale, presto la riunione si è trasformata in un mea culpa generale dove, in primis, il soggetto del colloquio è diventato la mancata coesione del territorio. Non solo di fronte a questi problemi, ma anche a tanti altri. Insomma, se si deve essere uniti, si deve esserlo sempre ed è questa l’unica soluzione possibile per alzare i numeri di fronte al governo e contare qualcosina in più. D’altronde il presidente della Provincia Angelo Caruso è stato ben chiaro: “L’azione deve essere più incisiva, che guardi oltre il nostro nasino”. E il sindaco di Castelvecchio Subequo Pietro Salutari non è stato da meno nel ricordare che “non riusciamo ad esprimere una coesione, un territorio diviso- ha sottolineato- ora per la politica ora per diverse battaglie”. Un ritornello che deve finire, in sintesi, per assumere forza di fronte all’interlocutore, in questo caso il governo.
Le frecciatine, seppur lievemente velate, alla senatrice Gabriella Di Girolamo, diretta rappresentante del territorio in parlamento, non sono mancate. “Che tipo di interlocuzione dobbiamo avere?- ha riflettuto la prima cittadina di Sulmona Annamaria Casini- Se prima era chiaro ora c’è difficoltà a trovare degli interlocutori e su questo ci dobbiamo confrontare” rivolgendosi ai suoi colleghi amministratori. Alla sua voce si è aggiunta quella del sindaco di Pratola Antonella Di Nino: “E’ chiaro che abbiamo un problema di interlocuzione”, ma non è per la Di Nino neanche questo il problema. Sui tribunali, ha infatti ricordato, c’è una delibera sottoscritta da tutti i comuni che porta i passi e i motivi per cui il tribunale di Sulmona deve restare attivo al suo posto. Da qui, dunque, bisogna ripartire. “Abbiamo una base da presentare al governo, non importa se è cambiato”, i problemi e le lotte comuni non devono avere colori né timori. Ha bocciato proposte di atti eclatanti la Di Nino promuovendo una “assunzione di responsabilità da parte dei parlamentari abruzzesi, grillini o leghisti che siano”. Richiedere un incontro ufficiale al governo, quindi, è il cardine per proseguire la difesa del tribunale.
Sulle autostrade, in attesa che i tecnici del ministero facciano le dovute valutazioni, la situazione resta un po’ confusa, come anche l’utilizzo o meno dei fondi Masterplan per finanziarne la manutenzione straordinaria nonostante le rassicurazioni ricevute dal presidente vicario della Regione Giovanni Lolli e l’Abbazia Celestiniana assicurata. I sindaci sono stati tutti convocati per discuterne lunedì. Interessanti, in tutto questo, gli interventi degli esponenti della Valle del Sagittario. Da una parte Cocullo spera e prega che non ci sia la chiusura del suo casello perchè il rischio, altissimo, è che le persone, per sopravvivenza, possano decidere di fare le valigie e andare via. Lo scenario futuro, se così fosse, sarebbe la desertificazione di quella zona. Fortunatamente, almeno per ora, l’ipotesi di una chiusura delle autostrade è stata scartata. Dall’altra, quello che è stato dipinto, è un territorio completamente fuori dalla politica regionale dove non sono stati individuati né tantomeno pensati fondi Masterplan per il suo sviluppo o messa in sicurezza (che ce ne sarebbe bisogno).
Il senso, oggi, è che la politica del territorio è morta. Una amara e dura consapevolezza. Spetta a tutti, ora, rimboccarsi le maniche e sudare per quella coesione sparita in ricordi ormai lontani.
Simona Pace
allelujah, il territorio prende coscienza del suo sin qui infantile campanilismo. Da qui a vedere una vera coesione del territorio ne passerà di acqua sotto i ponti! Ma speriamo in questo primo passo
Forse quest’occasione non va dispersa ma non va neanche retorica mente esaltata. Sarà utile se con pazienza, umiltà e metodo diventerà uno strumento di crescita.
Intanto è utile che Voi tutti sappiate che Marconi e Di Girolamo su Fb senza saperlo si sono contraddetto dimostrando che non solo Lolli ha una posizione giusta ma che questi non sono proprio affidabili per la difesa degli interessi veri del territorio.
Forza, allora. È difficile l’UNITA’ ma si può e si DEVE fare. Tanto le occasioni elettorali per rifare i conti non mancano (almeno finora) in Italia
“Coesione, presa di coscienza”…
Onestamente aspetterei ancora prima di usare certi termini per rappresentare le dinamiche del nostro territorio.
Al momento, anche se forse ci si sofferma poco, sembra tutto fare parte di un intento generale di arginare due partiti che, stando a quanto riportano i sondaggi, nonostante tutto continuano a crescere. Ricordo che sono sempre più prossime due date, una d’interesse regionale ed una europea, che rischiano di essere la conferma di un pensiero cresciuto dal basso, e fin troppo sottovalutato in passato, e della fine di una vecchia politica, sempre più grigia ed intrisa di interessi personali.
Del resto la situazione attuale proprio si fa fatica a credere sia figlia di questi inesperti ed incapaci al governo nazionale.
In ultimo mi sembra di aver letto poche ore prima di un articolo riguardante l’uscita di un sindaco locale da un unione di più Comuni del territorio; quella come la definiamo, presa di coscienza o voglia di coesione?