Nemmeno il tempo di farlo quel plauso sulla corretta differenziata dei sulmonesi, da parte della presidente Katia Di Marzio, che tocca già fare un sonoro dietrofront.
Perchè, di certo non tutti, ma qualcuno continua a restare sordo alla questione e non solo per il conferimento sbagliato o non fatto, l’allarme qui parla di qualcosa di ancor più grave: un’inciviltà ostentata, a cielo aperto, sotto il sole, oggi come sempre, del Parco fluviale Vella
E mentre la presidente manifesta entusiasmo per una raccolta che sembra essere stata raggiunta e recepita in città, per buona pace della natura, la maggior parte dei sulmonesi, per fortuna, conferisce bene, sta di fatto però che nell’area verde, avanza un nuovo, anzi un tipico scenario che sa di degrado e di poca educazione civica. Nel parco “Daolio” la parola d’ordine è pattume, lasciti di ogni genere, secchi per il conferimento capovolti lungo i gradoni, materiale lesionato, divelto, rotto, vetri in libera espansione, cicche, scritte e segni su quello che è un bene pubblico, in più oggetti pericolosi in un luogo di famiglie e bambini. Lo scorso luglio il cancello divelto e istantanee di degrado a giorni alterni, tanto da portare i giovani del Collettivo studentesco ad animarsi di buona volontà, indossare guanti di lattice, prendere in mano scopa e paletta e dare inizio alle pulizie.
“Differenziare i rifiuti non significa solo mettere carta con carta e vetro con vetro, ma significa adoperarsi, insieme, per una città più decorosa, per un’aria, un sole e un’acqua liberi da inquinanti e veleni” – spiega la Di Marzio che aggiunge – “Adoperarsi per un ambiente sano e protetto è un dovere di tutti: nell’ambiente ci viviamo noi ma ci vivranno anche le future generazioni; per questo la raccolta differenziata è uno strumento meraviglioso e necessario per costruire davvero un mondo migliore”
Parole belle e condivisibili che stridono però con i segni evidenti di una non curanza e menfreghismo impenitente, perchè guardandoci attorno, pur plaudendo a cittadini corretti e agli operatori scrupolosi, le immagini reperite in questi giorni e pubblicate dallo stesso Cogesa non danno di Sulmona l’immagine di prima della classe in materia di differenziata, pulizia e soprattutto di rispetto. Perchè tra buste occultate nelle campagne, pattume e oggetti disparati abbandonati persino nei vicoli del centro e conferimenti confusi anche da Palazzo, se pure le sanzioni non bastano, qualcosa in questo meccanismo ovidiano si è davvero insinuato tanto da farlo inceppare e pure spesso.
E non sembrano chiedere qualcosa di così straordinario i cittadini e i turisti che si domandano perchè quel parco sia lasciato a se stesso e perchè le progettualità su di esso, rinnovate ai tempi delle campagne elttorali da candidati e amministrazioni, non abbiano mai attecchito. Insomma, nonostante i buoni aneliti della Di Marzio, non tutta la comunità è pronta a prendere in mano il proprio futuro e delle generazioni a venire.
E d’altronde non c’è neanche tanto da meravigliarsi per una generazione che, come marcano le giostrine del Daolio, si ispira a Pablo Escobar.
Anna Spinosa
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