Sono gli ultimi dati INAIL relativi agli infortuni sul lavoro l’oggetto del recente studio del CRESA Centro Studi dell’Agenzia per lo sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia che in Abruzzo per il 2022 registra un aumento del 9% delle denunce per infortuni rispetto al 2021. Sono state infatti 16 mila le denunce per infortuni sul lavoro sporte nella nostra regione nell’anno 2022 pari a 4.200 casi in più rispetto all’anno precedente, equivalente ad un aumento del 37%, ben superiore al 25% di media nazionale: 33 denunce ogni mille abitanti, 3 in più rispetto alle altre regioni italiane.
Un fenomeno che lo studio del CRESA esamina sotto diversi aspetti, a partire dalla modalità di accadimento dell’infortunio per proseguire con l’analisi dei comparti in cui essi si verificano, l’incidenza di genere, della cittadinanza e della classe di età.
Sul primo aspetto considerato, se da un lato aumentano gli “infortuni in occasione di lavoro” che in Abruzzo segnano un + 41% passando dall’87% al 90% del totale, dall’altro si registrano dati più contenuti per gli infortuni in itinere , un + 7% rispetto alla percentuale nazionale del +11% per infortuni capitati nel tragitto casa lavoro e viceversa. A determinare l’aumento della prima categoria di infortuni quelli da Covid 19 che in Abruzzo rappresentano i 2/3 del totale pari a un aumento del 314% rispetto a quelli “per altre cause” aumentati del 14% e che rappresentano il restante terzo. Percentuali che tradotte in numeri assoluti vedono in Abruzzo 30 denunce su mille lavoratori a fronte delle 26 del Paese di cui 3 per infortunio in itinere contro le 4 nazionali.
Osservando il fenomeno dal 2018, il CRESA sottolinea come ad un primo biennio in cui l’andamento degli infortuni ha registrato una rilevante flessione dovuta alle misure imposte dal lockdown per il contenimento dei contagi, sia seguito un incremento del numero degli infortuni fino all’impennata del 2022.
Volendo considerare le principali sezioni ATECO, lo studio evidenzia come le denunce per infortuni in occasione di lavoro siano aumentate in tutte le sezioni, in percentuali inferiori a quelle nazionali solo per il manifatturiero, + 1% contro il 2% del Paese e nel commercio, 2% contro il 12%, mentre sono superiori nelle costruzioni con un 10% regionale contro il 3% nazionale e nei servizi non commerciali con un 112% a fronte del 46% del Paese. A guidare la classifica della maggiore incidenza delle denunce è il settore delle costruzioni con 29 infortuni per mille abitanti, seguito dai servizi con 28 infortuni, dal manifatturiero con 15 e commercio con 11. Nel manifatturiero aumentano le denunce nel metalmeccanico, elettro meccanico ed elettronico mentre calano nel settore degli alimenti, tessile – abbigliamento e chimico farmaceutico. Per i servizi non commerciali a registrare variazioni positive che superano anche il 50% sono la sanità con un +188%,il trasporto con + 75% e il magazzinaggio con + 32%.
A livello provinciale è Chieti a registrare il maggior numero di infortuni sul lavoro, 4955 pari al 31% del totale regionale, seguita da Teramo con 4569 infortuni, Pescara con 3314 e L’Aquila con 2976 “con una distribuzione e variazione annua delle quattro province che rispecchiano abbastanza fedelmente quelle degli addetti per settori di attività” spiega lo studio CRESA.
Un aumento delle denunce nel 2022 dovuto anche alla componente femminile coinvolta in Abruzzo nel 45% degli infortuni sul lavoro, con un aumento del 63% a fronte del +21% della componente maschile: 30 denunce su 1000 lavoratori per gli uomini e 36 per le donne. Per queste ultime sono quelli in occasione di lavoro gli infortuni più frequenti (75% contro il 22% maschile) a differenza degli uomini per i quali prevalgono quelli in itinere (9% contro il 5% femminile).
Sono cittadini italiani i lavoratori interessati dall’aumento delle denunce per infortuni con un + 39% , seguiti da quelli provenienti dall’Unione Europea con un +25% ed extra UE con + 22%.
A livello anagrafico sono gli ultra 64enni e gli under 15 a determinare l’aumento delle denunce per infortuni, rispettivamente con un + 38% a fronte del 23% nazionale e con un +44% contro il 38% nazionale. Con una maggiore incidenza di infortunati al di sotto dei 25 anni di età, 60 ogni 1000 lavoratori, e di quelli al di sopra dei 64 anni, 34 su 1000.
Con esito mortale 25 le denunce in Abruzzo nel 2022, 29 in meno rispetto al 2021, per un 2% del totale nazionale. A registrare l’incidenza maggiore la gestione industria e servizi con il 76% degli infortuni mortali seguito dall’agricoltura con il 12% e dal Conto Stato con l’1%. Positivo è il dato che segna un dimezzamento per entrambi i sessi di infortuni mortali in occasione di lavoro per una complessiva diminuzione del 15% nella mortalità tra gli uomini e del 14% tra le lavoratrici.
Adesso tutti bravi a gridare MA COME MAI “sindacati ,politici,uffici di controllo , scioperi percentuali dati ecc ecc Ma domani a 60 anni si continua a salire su impalcature ,a 60 si va a lavorare in fabbrica a 60 si va in ufficio con tecnologie che nemmeno si capiscono a 60 anni , vai la giostra delle belle parole continuano ,per 60 ed oltre .