L’incendio è stato spento da tempo, anche se qualche ritorno di fiamma si è prolungato fino a qualche giorno fa. L’emergenza, però, su monte Morrone, può dirsi ora formalmente cessata: i Comuni di Sulmona e di Pratola Peligna hanno infatti disposto oggi la chiusura dei rispettivi COC (centro operativo comunale) che erano stati aperto il 25 luglio scorso, quando cioè da Bagnaturo si alzarono e propagarono le fiamme, dolose, verso la montagna.
Un incendio che in realtà non ha coinvolto il territorio di Sulmona, interessando cioè solo l’area di Pratola di Bagnaturo e del Morrone, ma che per evidente contiguità territoriale, aveva messo in allerta anche il capoluogo peligno.
Da subito la giunta comunale e la Protezione civile di Sulmona erano andati in supporto ai colleghi di Pratola che, grazie all’intervento della Protezione civile regionale, ai vigili del fuoco, ai forestali e a due elicotteri e due Canadair, erano riusciti ad avere ragione sulle fiamme in meno di quarantotto ore.
I danni alla fine sono stati contenuti, ma comunque notevoli: oltre 800 ettari di macchia mediterranea e boschi andati in fumo a causa della mano di un piromane di cui si cerca ancora l’identità.
2 OTTOBRE 2017
Dall’incendio del Morrone nasce “Territori uniti” per la prevenzione.
Si è svolta ieri pomeriggio alla Cgil di Sulmona l’assemblea post-emergenza dell’incendio del Morrone convocata dalle associazioni e dai cittadini che…
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https://www.ilgerme.it/dallincendio-del-morrone-nasce-territori-uniti-la-prevenzione/
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Ancora nessun sospetto sul piromane?
Difficile rispondere alla domanda su chi possa guadagnare dall’incendio di una montagna…a cadenza quadriennale (togliamoci gli anni del Covid)
I Canadair intervenuti erano privati o regionali?