“Cessata la paura sembra essere cessato lo slancio con il quale Regione e Comuni proponevano un immediato intervento contro il rischio idrogeologico e la perdita di suolo nelle aree attraversate dall’incendio”. Ma il comitato Territori Attivi non dimentica e torna sull’argomento perché i “proclami e le promesse” della politica “non sono sufficienti”. Lo fa chiedendo, innanzitutto, alla Regione di avviare un processo partecipativo in cui essere inserita.
Nel ricordare come ad oggi, nei fatti, non sia stato fatto granché, se non l’avvio del protocollo d’intesa sponsorizzato da Sulmona e l’Ats di Pratola, gli abitanti riuniti nel comitato TerrA chiedono di non considerare nel post incendio solo il fattore idrogeologico ricordando che si è già in ritardo, probabilmente, nell’intervenire sulla cosiddetta “perdita di suolo” che interessa tutte le aree in pendio, pena la perdita di specie vegetali.
Poi il monitoraggio, che deve tener presente più categorie di professionisti per una panoramica approfondita “della complessa situazione in atto sul Morrone”, una squadra di tecnici in grado di “valutare, sotto i diversi profili, sia lo stato dei luoghi e la loro evoluzione, sia gli interventi da mettere in campo per ridurre il danno”. E i fondi necessari, da reperire attraverso la rimodulazione di quelli contenuti nel Masterplan.
Nel frattempo il comitato ha già avviato diversi incontri pubblici in materia per sensibilizzare ed informare i cittadini e le istituzioni “a comprendere meglio gli attuali scenari e soprattutto a sviluppare un senso critico verso falsi miti e credenze erronee che rischiano di peggiorare ulteriormente una situazione già pesantemente compromessa come quella del nostro Monte Morrone”.
Commenta per primo! "Incendio sul Morrone, 100 giorni dopo"