Ossessive e continuative telefonate, a qualsiasi ora del giorno e della notte, e biglietti manoscritti con frasi deliranti del tipo “ti taglio la gola e ti spolpo viva” fatti recapitare alla moglie e alla figlia.
Questo l’oggetto delle accuse mosse a carico di un 66enne francese residente a Sulmona che, di fronte al gup del tribunale di Sulmona Marta Sarnelli con l’accusa di stalking è stato prosciolto perché incapace di intendere e volere al momento del fatto. Non luogo a procedere quindi per l’uomo che dal giugno 2021 al 3 agosto 2022 avrebbe posto in essere comportamenti ossessivi nei confronti di moglie e figlia, arrivando in un’occasione a tentare di sfondare la porta di ingresso dell’abitazione. Comportamenti che avevano portato all’imputazione per stalking anche perché le due donne, in preda all’ansia e alla paura, erano state costrette a modificare il proprio stile di vita.
Imputazione caduta di fronte ai risultati della perizia che, disposta in sede di udienza preliminare, ha accertato che l’uomo, difeso dall’avvocata Maria Grazia Lepore, non è punibile perché al momento del fatto era incapace di intendere e volere.
La sentenza di un Giudice, ossia di una figura istituzionale che in teoria (ma, ahimè, non sempre è così) ha tutte le carte e gli elementi per un corretto giudizio, sino a prova contraria è la più giusta possibile.
Tuttavia, al di là della punibilità dell’imputato, c’è un altro aspetto, sicuramente non secondario, che un buon Giudice deve garantire: come proteggere la vittima delle sue persecuzioni?
Non sia mai che un giorno costui metta realmente e fatalmente in essere le sue deliranti minacce (come in altri casi è di fatto avvenuti), che si fa a quel punto? Si appende il Giudice a testa in giu?
Avete capito ora in che paese viviamo ???