E’ stata impugnata dal consiglio dei ministri la legge Cura Abruzzo varata in piena emergenza Covid ” perché in violazione con quanto previsto dalla Costituzione” sottolinea la consigliera d’opposizione Cinque Stelle Sara Marcozzi. Notizia che “va a confermare ciò che abbiamo ripetuto sia nel corso della seduta consiliare che durante le Commissioni competenti: alcune norme non avevano nessun tipo di copertura economica, e questo non è accettabile” prosegue. Marcozzi aggiunge spiegando come, nonostante il sostegno agli abruzzesi, il gruppo grillino abbia fatto presente le falle del sistema: “Sarebbe bastato ascoltarci e lavorare con maggiore attenzione per evitare l’ennesima pessima figura istituzionale a cui la Giunta Marsilio costringe l’Abruzzo”. Solo questione di propaganda e approssimazione per la Marcozzi che invita il centrodestra ad approfondire i propri testi visto che non è la prima volta.
Non cambia di molto il repertorio del gruppo Pd per una legge “spacciata agli abruzzesi come salvifica e che invece evidenzia mancanza di visione, strategia, qualche incompetenza e spregiudicatezza di troppo, specie quella di rinunciare ai crediti” sottolinea Silvio Paolucci. “Approssimazione e superficialità sono il marchio di fabbrica di questa Giunta regionale, impegnata esclusivamente alla rincorsa di roboanti titoloni in prima pagina, piuttosto che a risolvere i problemi veri di cittadini e imprese” aggiunge. In particolare il ministero dell’Economia e delle Finanze dice che le “coperture finanziarie non puntualmente indicate, nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio non quantificati, a fronte dei quali non è indicata la fonte di finanziamento. Il Ministero inoltre segnala che la legge, così come formulata, potrebbe intaccare finanche le risorse del perimetro sanitario, compromettendo l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea)”. “L’incompetenza amministrativa della Giunta lenta si ripete ancora e rischia di riproporsi anche per il Cura Abruzzo 2, legge nata senza coperture e con la spada di Damocle dell’approvazione del consuntivo, data prima di cui non sortirà effetti e non elargirà i sostegni promessi agli abruzzesi” conclude Paolucci invitando la maggioranza a cancellare le ultime disposizioni.
A proposito interviene anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio che parla di aspetti marginali già risolti. “La norma contiene precise ed esplicite clausole a salvaguardia dell’interesse pubblico e degli equilibri di bilancio – sostiene -. Le transazioni che eventualmente verranno accolte devono ‘convenire’ anche alla Regione oltre che al proponente, e possono essere erogate solo rispettando l’equilibrio di bilancio. Non ci obbliga nessuno ad accogliere le proposte pervenute, né a pagare centinaia di milioni senza battere ciglio per il solo fatto che qualcuno provi a chiederlo. Peraltro – prosegue -, sono i Dipartimenti e l’Avvocatura a fare l’istruttoria e a sottoporre alla Giunta una motivata risposta alle richieste, non i partiti o la politica.
E nell’accogliere le proposte devono spiegare e dimostrare il beneficio per la Regione, che può consistere ad esempio nell’evitare di coltivare cause con precedenti casi di soccombenza e aggravio di costi per spese legali e interessi”.
Al contrario Marsilio ritiene un atto grave l’impugnazione di una norma “coraggiosa” che prevede anche una gestione della cosiddetta “mafia dei pascoli” da portare a livello nazionale ed europeo: “Il Governo dica quali interessi vuole difendere, invece di aiutare le Regioni a respingere queste pratiche perverse.
Per finire, non posso non lamentare il fatto che il Governo invia le osservazioni del Mef solo la sera del giorno 1, mettendoci in condizione di conoscerle solo il 3, per poi replicare con nuovi e ulteriori argomenti la sera del 4 pretendendo risposte per il 5 mattina, quando ‘puntualmente’ il Consiglio dei Ministri impugna la legge. Non è esattamente quel che si dice una ‘leale collaborazione istituzionale’” conclude Marsilio.
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