Non solo terre incolte. Stavolta lo Stato fa sul serio. Terreni abbandonati ed aree edificate non utilizzate da più di 15 anni saranno entro breve a disposizione di giovani sotto i 40 anni che vorranno valorizzarle attraverso un progetto imprenditoriale. La novità “rivoluzionaria” è che la norma riguarda anche gli immobil Così, anche a Sulmona e nella Valle Peligna, che rientra, con tutto l’Abruzzo nelle previsioni del nuovo decreto mezzogiorno, si potrà chiedere in gestione un terreno incolto da più di 15 anni o un pezzo del nucleo industriale, o un immobile edificato a fini commerciali, industriali o turistico-ricreativo in abbandono da oltre 15 anni, per impiantarci una impresa.
Ciascun Comune dovrà fare -entro tre mesi- la lista dei beni che rientrano nelle categorie. Ma non saranno liste limitative. Se un bene è privato, infatti, un giovane che volesse recuperarlo, può chiederlo al Comune, che interpella il proprietario. Il decreto non fa salvi gli usi civici. Quindi anche l’area Celestiniana potrebbe finalmente tornare produttiva. Ovviamente il criterio di assegnazione è l’evidenza pubblica. Nessuna trattativa privata o affidamento diretto. Se si vuole concorrere l’onere è farlo alla luce del sole. Anche perché in ballo ci sono non solo aree e terreni. Ma soldi pubblici. Infatti chi vuole cimentarsi nel recupero di questi beni abbandonati può “cumulare” il beneficio con le risorse messe a disposizione da un altro articolo dello stesso decreto: quello che istituisce il programma “Resto al Sud”. Il Dl Sud, che dalla prossima settimana inizia il suo percorso di conversione il legge (entro 60 giorni) al Senato, prevede infatti una riedizione semplificata della vecchia “legge 44”. Ogni giovane che ha un’idea di autoimpiego può chiedere un finanziamento fino a 40 mila euro. Sono pochi? Si, in effetti. Ma se per un’idea servono più risorse basta aggregarsi. Ci si può mettere insieme fino ad un massimo di cinque persone, ed arrivare a 200 mila euro di finanziamento. Il 35 % è a fondo perduto. Il 65% è da restituire in otto anni, senza interessi. E’ vero che l’utilizzo di queste risorse non è libero. Non ci si possono pagare gli stipendi. Ma è pur vero che le aziende che dovessero nascere potranno utilizzare ancora per tutto il 2017 la decontribuzione triennale per gli assunti di 8.000 Euro, il credito d’imposta ed il superammortamento per gli investimenti, oltre al credito d’imposta per la pubblicità, istituito nella manovrina. Insomma non pagheranno, praticamente, una lira di tasse perchè i soldi che arriveranno dal finanziamento li sconteranno in gran parte dalla pressione fiscale. E se uno non sa fare l’imprenditore? Chi lo aiuta? Con i finanziamenti non si possono pagare consulenze. Perchè a darle, a chi aderirà a questo progetto, ci saranno amministrazioni pubbliche e Università, che gratuitamente potranno trasformarsi in advisors dei nuovi e coraggiosi imprenditori. Ovviamente se riusciranno a stare al passo delle richieste, che -c’è da augurarsi- saranno moltissime.
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