Alla processione dell’Assunta ieri ci ha mandato il suo vice Nicola Angelucci, anche se appena il giorno prima non aveva rinunciato al parterre d’onore per lo spettacolo di Cirilli. Il Ferragosto, d’altronde, per il sindaco Annamaria Casini è stata una giornata impegnativa, presa come deve essere stata a fare le valige. Non quelle per sgombrare da palazzo San Francesco, per le quali, salvo ripensamenti, avrà tempo fino al 31 agosto, ma quelle per mettersi in viaggio alla volta della Repubblica Ceca.
Non un viaggio di piacere, ma un viaggio istituzionale, con tanto di fascia tricolore caricata nel bagaglio a mano.
Il sindaco dimissionario, insomma, continua a fare il sindaco a quasi tutti gli effetti, ovvero solo quelli di piacere: perché è vero che resta nelle sue funzioni fino al ventesimo giorno dalle dimissioni, ma è anche vero che il bon ton istituzionale suggerisce di evitare se si è dimissionari di calcare la scena pubblica, soprattutto se non ce n’è bisogno.
Così mentre il vice si sciroppa processioni e riunioni di emergenza, la sindaca si è messa la fascia ed è andata a Sumperk, centro della Repubblica Ceca che con Sulmona aveva siglato a settembre scorso un gemellaggio in nome dei rapporti risalenti alla Prima Guerra mondiale, quando numerosi prigionieri austroungarici vennero rinchiusi e aiutati nel Campo 78.
Accompagnata dalla colomba Roberta Salvati, il primo cittadino è andato a salutare non si bene perché il suo collega quasi ex Zdeněk Brož, anche lui tra l’altro giunto a fine mandato (naturale però), dove resterà fino a domenica. E tanto che fa che c’è la crisi politica a Sulmona.
“Non c’è nessun atto ufficiale da firmare – spiega il vice sindaco Nicola Angelucci – il sindaco aveva già programmato questo viaggio e ci è andata per rispetto agli amici di Sumperk”.
A maggior ragione, vista l’assenza di atti ufficiali da sottoscrivere, non si capisce questa impellente e irrinunciabile necessità di andare in Repubblica Ceca, tanto più che ormai il progetto di valorizzazione del Campo 78 sembra essersi perso negli abissi della burocrazia e l’area rischia di tornare al Demanio che la aveva concessa per farne qualcosa di utile.
Solo questo giustificherebbe un uso come dire più prudente dei viaggi istituzionali.
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