Il tiretto delle foto

Ad una certa ora della cena o del pranzo di Natale, a seconda delle tradizioni, quel cassetto bianco del mobile anni Settanta di mamma ti chiama. Un “tiretto” per dirlo con un termine in italiano desueto, come ciò che in quella scatola di legno è contenuto. Sono in ordine sparso o conservate in quei raccoglitori di plastica che ti regalavano per ogni rullino sviluppato. Una custodia verde o bianca o gialla che sembrava un regalo prezioso, anche se poi era solo uno strumento di marketing della Kodak: quelle più vecchie avevano anche una sezione dedicata ai negativi, con le bustine cucite ad altezza della pellicola. Tre file per ogni pagina. Così li vedevi in controluce e le foto più belle potevi anche ristamparle. Anche più grandi se erano un regalo.

Si attendevano giorni, spesso con ansia, per scoprire cosa c’era uscito da quegli scatti fatti “al buio”, prima che il digitale ti permettesse di fare e rifare, poi persino di ritoccare.

Le stampe più vecchie, sfuggite al raccoglitore, leggermente ingiallite sfumano sulle tonalità del bianco e nero, acquisendo colore con il passare del tempo e degli anni. Alla prima comunione finalmente il verde dell’aiuola, l’azzurro del cielo, il grigio della chiesa, il giallo della Fiat 128 di zio, ma anche senza quella ridicola tunica bianca addosso, si capisce l’anno che correva. Perché anche i colori, come le atmosfere, sono graduati dalla luce del ricordo.

La fotografia è come un diamante, è per sempre. Ed è sempre lì, Natale dopo Natale, ad aspettarti in quel tiretto, per essere risvegliata dal torpore in cui l’ha relegata la frenesia del quotidiano.

Desueta, ormai. Tanto da sentirsene la mancanza.

Andrea Calvano e Noelia De Panfilis, due fotografi professionisti, quest’anno hanno voluto fare un esperimento: dall’8 al 10 dicembre hanno affittato la Cappella del Corpo di Cristo dell’Annunziata di Sulmona e si sono messi a fare ritratti alle persone. Scatti sul momento, stampati e incorniciati. Tanto è stato il successo che tre giorni non sono bastati, così ieri e l’altro ieri hanno fatto il bis alla Rotonda di San Francesco. Impossibile prenotare, perché prima di accendere le luci era già sold-out. Hanno fatto oltre trecento ritratti in pochi giorni e non proprio a prezzi modici.

“C’è stato un po’ di tutto – racconta Andrea – dal professore universitario di passaggio, ad una donna turca che voleva inviare al marito la prima foto con il loro bambino e che ieri sono tornati per rifarsela tutti e tre insieme”. Quel quarto d’ora passato davanti all’obiettivo, sotto le luci dei riflettori, in realtà è più di una posa: “Molti ci hanno raccontato le storie delle loro vite – aggiunge Noelia – cercando nel cassetto dei ricordi: l’ultima volta che si erano fatti una foto insieme, l’ultima volta che una foto l’hanno avuta tra le mani. Qualcuno ha pianto, si è commosso quando ha ricevuto la foto incorniciata, perché custodiva un istante, sanciva una condivisione, fermava il tempo: è stata un’esperienza umana, più che professionale”.

Sarà che ormai abbiamo giga di memoria nel computer e nei telefoni pieni di foto che non rivediamo mai e che durano, se va bene, il tempo di un post sui social. Sarà che quando la tocchi, quella carta lucida, trasmette emozioni che non riescono a filtrare da uno schermo. Sarà che con il tiretto di casa di mamma vuoto, non è un vero Natale.

3 Commenti su "Il tiretto delle foto"

  1. Una fotografia di vita vissuta. Scattata con grande maestria. Grazie

  2. Maria Cristina | 24 Dicembre 2023 at 10:20 | Rispondi

    Di foto ne ho tante dentro il cassetto…in bianco e nero e a colori che meraviglia guardarle insieme agli amici parlare dei ricordi….questo è un vero Natale ditemi se a casa della gente mancano foto….non credo
    Buon Natale a tutti di vero cuore

  3. Luigi Gagliardi | 24 Dicembre 2023 at 17:48 | Rispondi

    Una bellissima iniziativa, magari si riuscirà ad educare le persone a fare poche foto ed a stamparle piuttosto che farne un milione e lasciarle a prendere polvere digitale all’interno di uno smartphone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*