I dati sul turismo peligno non sono affatto buoni secondo uno studio del professore Aldo Ronci che, per andare subito al sodo, dal 2014 al 2017, ha analizzato una diminuzione di circa il 9 per cento in Valle Peligna e addirittura del 30 per cento per Scanno. Da mettersi le mani ai capelli.
Nonostante il territorio peligno sia nel cuore della “Regione verde d’Europa”, immerso tra parchi e bellezze naturalistiche certamente non secondarie, ricco di cultura e storia (basterebbe guardarsi intorno); con 7 paesi tra “I borghi più belli d’Italia, la valle non riesce comunque a decollare turisticamente parlando.
Nello studio Ronci ha preso in considerazione i tre centri maggiori: Sulmona, Scanno e Campo di Giove, quest’ultima messa da parte all’ultimo. Dai dati raccolti, dunque, “a Sulmona le presenze nelle strutture ricettive hanno segnato una flessione del 9,7% dato peggiore sia della flessione dell’1,4% dell’Abruzzo che dell’incremento dell’11,3% dell’Italia; a Scanno si registra una pesantissima flessione delle presenze del 30% mentre altri territori montani come l’Alto Sangro e la Val di Fassa segnano rispettivamente incrementi dell’1,2% del 13,2%”. A Sulmona, addirittura, la flessione dei servizi extra-alberghieri è del 25%.
Ronci propone così degli interventi per rendere i territori più attrattivi. Tra questi ci sono la cura dell’arredo urbano, proposte di sport più ampie e varie, offerta differenziata di attività di svago e divertimento (la Zipline ne è un esempio), itinerari storici, religiosi, monumentali, artistici, culturali, enogastronomici.
La somma tra questi servizi, dunque, potrebbe essere la formuletta magica per dare il “la” al turismo peligno che, alle condizioni attuali, non è granché concorrenziale. E marketing, tanto marketing. Il semplice fatto di esistere sulla cartina geografica non vuole dire che gli altri lo sanno.
Ronci, ancora, propone l’istituzione di sette aree urbane funzionali “così come individuate da uno studio del Dipartimento di Architettura dell’Università G. D’Annunzio’ coordinato dal Prof. Roberto Mascarucci 1 – spiega lo studioso -. Le Aree Funzionali Urbane tornerebbero a mettere le Aree Interne (caratterizzate dallo spopolamento, dall’invecchiamento, dal dissesto idrogeologico, dalla diminuzione degli occupati) al centro dell’interesse e dell’attenzione della politica regionale e ciò comporterebbe per esse un impegno a livello regionale” conclude.
Questo studio, in sintesi, non fa altro che rafforzare l’esigenza, già espressa da tempo, di strutturare maggiormente la proposta turistica tessendo anche una sinergia tra paesi (il campanilismo è bandito). Ma come può il turismo spiccare il volo se, per lo più, resta lavoro secondario e mera attività per arrotondare il bilancio familiare? Perché accade pure questo, le esigenze economiche lo impongono purtroppo. Bisognerebbe, chissà, cogliere la sfida e salire sul treno senza se e senza ma, credendoci fino in fondo come se fosse l’unica alternativa possibile. E forse lo è.
Simona Pace
Una città che non è a portata di famiglia con prole a seguito, una città che non è a prova di disabili con mille barriere architettoniche, dove si vuol presentare? il turismo è per altre città.
bene,purtroppo gli aventi ruolo,figli,figliastri,parenti, direttori,presidenti,assessori,
consulenti/esperti, amici,ecc,tutti indicati da politicialtroni,non hanno nessuna competenza,
capacita’,esperienza,meriti per raggiunti risultati,ad annunci,conferenze stampa,tavole rotonde sono dei campioni,raccontano di favolosi risultati,attrattori ed eventi da primati mondiali,(illuminante l’ultima sagra sudamericana ) nei fatti nulla e poi nulla,questi inconcludenti pensano che una madonna che scappa,una giostra,o un treno nel parco
possono motivare,rendere appetibile,piu semplicemente le ragioni per le quali un turista decide di “soggiornare” nel nostro borgo,i signori delle chiacchiere non sanno neanche la differenza tra turista ed escurzionista…figuriamoci le statistiche,i numeri presenze,le
motivazioni/attrattori,le ricerche,quali le localita’,per quali ragioni,servizi richiesti,
target,relative promozioni,ecc,ecc,basta darere un ‘occhiata al portale regionale o comunale per comprendere l’arretratezza/sottosviluppo,il notevole ritardo,la pochezza,l’ignoranza nella materia….l’abruzzo e’ ultimo nelle classifiche dei flussi turistici,un motivo ci sara’,purtroppo nessuno si chiede perche’,operatori/imprenditori inclusi,l’importante e’ avere il contributo pubblico, o no?