Un tic e un tac per volta. Il tempo ricomincia a scorrere da lì dove era rimasto cristallizzato, fermo e immobile a segnare due volte al giorno l’ora esatta alle spalle dell’Ovidio pensante. L’orologio del liceo classico “Ovidio” ha ricominciato a ticchettare sotto un solo novembrino ma dal tepore primaverile. Quindici anni dopo il sisma del 2009, quando la sede storica in piazza XX settembre venne chiusa, con gli studenti costretti a dire arrivederci ad aule e banchi. Un simbolo di rinascita, di ripartenza da quelle 07:26 accarezzate dalle lancette per tre lunghissimi lustri.
Da questa mattina è ricominciata la loro naturale, ciclica e infinita corsa in un moto incessante ed eterno come quello lunare. Necessario il lavoro di una ditta specializzata per riavviare gli ingranaggi di un orologio fissato da generazioni di studenti, in attesa della prima campanella, della versione di greco alla 08:30 o dell’interrogazione di latino all’ingresso in aula. Prevista anche l’illuminazione, anche se il momento più buio, quello figurato, è ormai alle spalle.
E’ il primo segnale di una lenta ma sempre più vicina rinascita. I ponteggi vengono smontati un po’ per volta, con la stessa calma con cui si assembla un puzzle, e restituiscono ogni giorno un pezzo della facciata dell’istituto. La luce in fondo al tunnel sembra sempre più vicina, con la data del 7 gennaio messa nel mirino per riconsegnare alla città, ma soprattutto agli studenti, l’edificio storico.
La prima campanella è sempre più vicina. Basta guardare l’orologio e attenderla.
Deo gratias!