Ci sono live club che più di altri sono in grado di raccogliere e promuovere proposte musicali “altre” del panormama italiano, di quelle che spesso operano e creano all’ombra dei grandi nomi vere e proprie opere d’arte, in ogni accezione e genere. Il Soul Kitchen di Sulmona sembra essere uno di questi live club, invitato al celebre Reset Festival, al suo nono anno di età, perchè “Il Soul è affine allo spirito del Reset” commenta Daniele Citriniti, direttore artistico della manifestazione che si sta svolgendo a Torino e dove hanno preso parte, per il Soul, Jacopo Santostefano, Matteo Puglielli e Livio Andreotti. Quando per affini si intende “sia come linea da adottare a livello musicale, sia a livello umano” aggiunge Citriniti.
Al Reset, in pratica, si incontrano ogni anno domanda e offerta di questo panorama musicale, ossia: i promoter musicali possono incontrare i direttori artistici dei diversi locali, conoscere direttamente i vari progetti italiani e magari inserirli nella propria programmazione. Quest’anno al Reset ci sono 30 progetti artistici giunti a Torino da tutto lo Stivalo. Il festival, poi, oltre a luogo di ascolto diventa luogo di confronto e di lavoro attraverso diversi tavoli attorno ai quali si riuniscono i protagonisti.
Ed è lì che si crea la rete, quella famosa rete che si cerca un pò in tutti i campi e che, secondo Citriniti, deve essere avviata mettendoci la faccia. “Non si può, non ci si deve aspettare che siano gli altri a fare rete- spiega il suo punto di vista- bisogna crederci. Fare rete è strategico ed una volta che un progetto si accredita come di successo, allora gli altri si convincono. Bisogna fare sempre il primo passo”. Un insegnamento valido per tutti i territori.
In questo contesto, quindi, i tre sulmonesi sono ospiti graditi, pronti a raccogliere il meglio delle proposte e dei consigli. Come già fatto in passato, d’altronde, ospitando in tempi non sospetti quelle che poi si sono rivelate proposte che hanno raccolto un ampio successo.
“Per noi è un riconoscimento importante essere stati invitati al Reset solo dopo tre anni dall’apertura- racconta Jacopo-. C’è stato un bel confronto tra band e locali, abbiamo avuto modo di conoscere molte musicisti che inseriremo nella programmazione di quest’anno. Inoltre- aggiunge- abbiamo realizzato l’importanza di creare una rete soprattutto a sostegno delle band, per questo abbiamo avviato una collaborazione con un locale di Rieti grazie al quale proporremmo gli stessi artisti”.
Insomma di queste cose qui la Valle Peligna ne ha un gran bisogno. Una ventata di ossigeno, culturale, è sempre ben accetta.
Simona Pace
Commenta per primo! "Il Soul Kitchen in cerca di buona musica al Reset Festival di Torino"