I lavori sono conclusi da ottobre scorso, ma di “posti letto” per l’eterno riposo non se ne parla a Sulmona. Trecentosettanta loculi comunali che restano inutilizzati e inutilizzabili, fino a quando, almeno, non sarà fatto l’avviso pubblico per la loro assegnazione di cui si parla già da un anno. E, invece, niente: la giunta comunale non si decide a dare l’indirizzo per fare l’avviso, ingabbiata nell’eterno riposo del dubbio su quali criteri adottare: solo per ultrasettantenni, solo una metà, solo a chi ha l’Isee basso, solo a chi arriva prima o chi muore prima. Sì, perché la strada più praticabile per evitare le risse e le resse per accaparrarsi “un posto in paradiso”, sembra essere quella del requisito essenziale: essere già morti. Niente opzioni e prenotazioni, insomma: decide il destino.
L’alternativa, ma mica tanto, è il privato: anche le due Confraternite, però, non è che abbiano grandi disponibilità. Anzi. Alla Trinità i nuovi lotti da poco inaugurati, sono di fatto quasi tutti già prenotati. Alla Tomba, ovvero Santa Maria di Loreto, restano un’ottantina di loculi liberi, considerando che gli altri già costruiti risalgono a cento anni fa e non sono più a misura: troppo corti, insomma, per le bare di oggi. Altri 120 nel settore dei confratelli in verde dovrebbero essere consegnati a luglio e altri 170 tra un paio di anni. Anche qui, però, in gran parte tutti opzionati (almeno la prima tranche).
Considerando che a Sulmona ci sono circa 300 morti l’anno, il calcolo non è difficile: tra poco più di un paio di anni, insomma, c’è la seria possibilità che il traghetto per l’aldilà possa essere preso solo a livello terra, ovvero per inumazione.
Al di là dei tempi di realizzazione, insomma, si pone ora il problema dell’ampliamento del Camposanto. Il Comune, infatti, dovrebbe espropriare i terreni verso Case Pente per rompere la cinta muraria del cimitero e ampliarsi. Un’area che inizialmente era stata immaginata per ospitare cappelle private, ma che alla luce della carenza di spazi, dovrebbe essere invece dedicata a loculi “più popolari”. I tempi, però, non ci sono: il nuovo lotto del Comune, costato 350mila euro, è stato progettato nel 2021 e solo ad ottobre scorso è stato teoricamente finito (mancano in realtà le finiture che dovrebbero essere realizzate con la vendita dei primi loculi). Dopo tre anni neanche un buco è stato riempito, nonostante, a differenza dell’ampliamento futuro, non sia stato necessario l’esproprio dei terreni.
I sonni tranquilli, insomma, sembrano farsi più a palazzo San Francesco che all’ombra dei cipressi.
Possibile soluzione dei problemi: un servizio di cremazione a Sulmona
si poi finisce la pacchia per chi gestisce le chiavi del paradiso ,capisci a me .
Per risolvere il problema pubblico-privato,si potrebbe incaricare la Ministra verì.
Lei saprebbe cosa fare.
Completamente d’accordo con la pensionata!