Un centrodestra in vantaggio, ma che non può certo cullarsi perché il fiato sul collo del Movimento 5 Stelle si sente e si sovrappone nella forbice delle intenzioni di voto.
E’ questa la sintesi del sondaggio commissionato da Forza Italia alla Tecnè, che porta la data del 17 gennaio con interviste fatte tra il 15 e il 16 gennaio ad un campione selezionato di mille cittadini articolato per sesso, età e provincia, con metodo di rilevazione Cati-Cami-Cawi.
Le intenzioni di voto al presidente, innanzitutto: Marco Marsilio per il centrodestra è in vantaggio con il 39% delle preferenze, ma con una forbice che va dal 37 al 41% che si sovrappone con la candidata Sara Marcozzi dei 5 Stelle che si attesta al 36%, con una forbice tra il 34 e il 38%.
In risalita rispetto ai dati di partenza è la candidatura di Giovanni Legnini, alla guida dello schieramento di centrosinistra che racimola il 24% dei consensi. In coda, all’1%, il candidato di Casa Pound Stefano Flajani.
Ancora più interessanti i dati sulle intenzioni di voto nei confronti dei singoli partiti, con un centrodestra nel quale la Lega non sembra avere gli incassi immaginati, pur attestandosi come primo partito della coalizione al 18%. Segue Forza Italia al 12%, Fratelli d’Italia al 5% e gli altri partiti del centrodestra (tra cui, quindi, le civiche e l’Udc) che insieme collezionano il 3%, probabilmente non sufficiente per prendere un seggio (nelle coalizioni per avere il seggio un partito deve ottenere almeno il 2%).
Primo partito in assoluto della regione è senza dubbio però il Movimento 5 Stelle, che nel suo blocco unico si attesta al 37% dei consensi.
Nel centrosinistra il Pd sembra essere in risalita rispetto alle politiche dello scorso anno, ottenendo il 16% delle preferenze, seguito dal 4% dei Progressisti-Leu, dal 3% della lista Legnini presidente e con l’1% delle restanti liste a sostegno dell’ex vice presidente del Csm.
Casa Pound con il suo 1% resterebbe sicuramente fuori dal consiglio (i singoli partiti senza coalizione devono raggiungere almeno il 4%).
Un centrodestra che comunque risulta molto più forte in provincia dell’Aquila dove raggiunge il 43% (rispetto al 39% di Chieti e Pescara e il 35% di Teramo).
Le dichiarazioni di voto, tuttavia, riguardano il 62% degli intervistati, perché il 38% ha dichiarato la su astensione o è ancora incerto. E su questi che la campagna elettorale si concentrerà da qui al 10 febbraio.
I principali problemi dell’agenda politica sono quelli della mancanza di lavoro e della precarietà (61%), le tasse troppo alte (38%), l’inefficienza della pubblica amministrazione (24%). A chiudere la classifica delle priorità è con il 9% la sicurezza personale, ma non brillano negli interessi degli abruzzesi i temi della mobilità (10%), il degrado ambientale e i rischi idrogeologici (11%).
Di certo il giudizio e la percezione del benessere negli ultimi cinque anni non è migliorato per molti, perché la qualità della vita porta un segno più solo per il 3% degli intervistati, mentre per il 59% è rimasta uguale e per il 38% è peggiorata.
La maggioranza (il 46%) si aspetta un cambiamento netto e veloce, una rivoluzione rispetto al passato; mentre per il 44% il cambiamento si fa senza proclami, ma con competenza, onestà e buona volontà. Solo il 10% infine riconosce che un tratto di strada è stato già fatto e che bisogna continuare su questo percorso.
I sondaggi, però, si sa, non sono spesso la realtà: le urne e solo quelle riconsegneranno le scelte finali degli elettori abruzzesi. La partita, insomma, è ancora molto aperta.
Chi ha scritto l’articolo perché non riporta il numero degli intervistati? c’è una bella differenza tra 10, 100, 1000, 10000 intervistati. Si tenga conto che gli aventi diritto al voto nella nostra regione è sui 1.200.000 e che nel 2014 solo il 60% di essi è andato a votare.
E’ singolare notare come i giornalisti siano diventati il capro espiatorio delle frustazioni di chiunque, spesso, come in questo caso, in modo immotivato. Se legge bene signor “chiacchiere” vedrà che il numero degli intervistati, così come tutti gli altri riferimenti del sondaggio che la legge ci obbliga ad indicare, sia specificato nell’articolo che ha forse un po’ superficialmente commentato
Non è stata data risposta alla domanda e capisco che la matematica non è un’ opinione. Ma ci tengo a precisare che se intervisto 100 persone il 62% equivale a 62 teste. Se intervisto 100000 persone il 62% equivale a 62000 cristiani. È facile capire che nel secondo caso le interviste hanno un peso e senso maggiore. Quindi ripeto domanda, quante persone sono state intervistate?
signor chiacchiera, la risposta è nell’articolo, dove viene indicato il numero di persone intervistato. poi se lei ha difficoltà a leggere o a capire quello che legge non è colpa nostra. le preciso però che anche la statistica, su cui si basano i sondaggi, è una scienza e non un’opinione. i campioni vengono scelti in base a metodi statistici non a caso. questo non toglie, come sappiamo per esperienza, che i sondaggi non sempre ci azzeccano
E va bene che la matematica non è un opinione ma almeno legga l’articolo. Non voglio difendere nessuno ma c’è scritto si fidi. Forse non l’ha visto perché non è scritto in numeri ma si fidi il significato è lo stesso: “mille”!!!!
A)Sono state intervistate 1000 persone (4° rigo) >>> … interviste fatte tra il 15 e il 16 gennaio ad un campione selezionato di mille cittadini…
B)620 persone hanno dato la loro dichiarazione di voto >>> Le dichiarazioni di voto, tuttavia, riguardano il 62% degli intervistati (il 62 % – a dx della 4a foto)
C)380 persone non hanno dato indicazione o si asterranno dal votare >>> perché il 38% ha dichiarato la su astensione o è ancora incerto (il 38 % – a dx della 4a foto).
Effettivamente è tutto chiaro!
620 persone su 1.200.000 elettori. Praticamente lo 0,5% un sondaggio che lascia il tempo che trova. Comunque sia è buona norma l’uso delle cifre anziché delle lettere quando si fa un discorso matematico o scientifico o statistico.
Onestamente non mi interessa chi lo ha commissionato, quindi non voglio difendere nessuno; però lei veramente pensa di saperne più della società Tecnè in fatto di sondaggi?
Come dice la redazione i sondaggi non sempre ci prendono ma addirittura criticare come li svolge una “Società” che fa questo di lavoro(e non dei tizi lungo una strada). A meno che qui siamo di fronte a Masia o Piepoli sarebbe il caso di parlare magari di altro.
La sua percentuale indicata sarebbe pari allo 0.05%.
I potenziali elettori sono poco più di 1.200.000, mentre i votanti sono stati 640.520 (52,98%) nelle elezioni regionali del 2008 – ultimi dati ufficiali disponibili del Ministero degli Interni.
https://bit.ly/2Hs8tec
Se confermati questo intorno di percentuale, il campione intervistato di 1000 persone con un numero di risposte di 620 (pari al 62%), calza perfettamente e sorpassa la percentuale dei votanti del 2008, fatto salvo come detto da altri la validità del risultato ce si conoscerà solo a scrutinio terminato.
Credo che intervistare 1.5 M di persone sia difficoltoso.
D’accordo sull’esiguo numero ma è un sondaggio di massima