Il sogno nel garage

La storia assomiglia a quella di Steve Jobs, con le dovute proporzioni. Anche perché il garage da dove è partito Giovanni Di Clemente, 51 anni, non stava a San Francisco, ma a Sulmona. Ma per realizzare un sogno e vincere una sfida, non servono per forza i numeri e i milioni di dollari. Di Clemente per il momento è soddisfatto del suo fatturato da 800mila euro l’anno e soprattutto dall’essere riuscito a creare qualcosa nella sua città, dando lavoro stabile, ad oggi, a tredici persone e tredici famiglie.

La sua Telweb, azienda che si occupa di fibra ottica e di telefonia, è partita nel 2015, quando “con un salto nel buio – racconta – ho investito tutti i risparmi che avevo: 150mila euro e altrettanti chiesti a credito”.

La storia, però, come si diceva, parte prima: quando Giovanni insieme a qualche amico del liceo scientifico, come Armando, comincia a smontare e rimontare, vendere e acquistare, schede dai computer nel garage di casa. Roba da pionieri a quei tempi. “Non lo facevo per lucrarci – spiega – ma perché volevo essere sempre aggiornato”. La passione, così, diventa studio e poi lavoro: una laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni a Bologna, poi il lavoro con Ericsson a Roma a servizio soprattutto della pubblica amministrazione (ministeri, polizia, etc), poi Wind, Fastweb, Eolo.

“Poi mi sono sposato e sono tornato a Sulmona. I primi due anni e mezzo ho viaggiato come pendolare – continua – fino a quando ho deciso di provare a mettere a frutto qui l’esperienza e gli studi fatti. Non vengo da una famiglia di imprenditori e per me, con un figlio di due anni e tutti i miei risparmi in gioco, è stato un vero rischio, tanto più che quando ho venduto il primo contratto, in Italia erano pochissimi ad avere la fibra, anzi a sapere cosa fosse”.

Nel suo team è entrato quasi subito Armando, quel compagno di banco con cui aveva perso i contatti: “Ci siamo incrociati per caso al supermercato dopo quasi venti anni – racconta Di Clemente -. Armando, che lavorava nel settore, ma in un’azienda chimica, aveva appena perso il lavoro. L’ho chiamato due giorni dopo, ci siamo presi un caffè al bar e siamo partiti. A volte la vita riserva delle coincidenze che forse non sono coincidenze”.

All’inizio non è stato facile: in pochi riuscivano a comprendere l’importanza della fibra, inclusa la pubblica amministrazione alla quale spiegare le leggi del settore e poi il lavoro materiale: progettare il sistema, testarlo, scavare e tirare i cavi. “All’inizio facevamo tutto noi – continua Di Clemente – poi ci siamo strutturati e oggi oltre me ed Armando che facciamo assistenza di seconda linea e progettazione, ci sono due in amministrazione, quattro sui cantieri, tre per l’attivazione tecnica, un commerciale e anche la donna delle pulizie: tutti assunti a tempo indeterminato”.

Oggi Telweb ha oltre duemila clienti, ha steso circa 130 chilometri di fibra tra Sulmona (dove copre circa il 25-30% delle utenze), Pratola, le frazioni, ma anche Avezzano. “Con la pandemia il traffico internet è raddoppiato, siamo in continua crescita – aggiunge – e gli introiti vengono investiti in parte per reggere la concorrenza dei prezzi del mercato, ma soprattutto in aggiornamenti dei sistemi e dei macchinari: questo è un settore dove se ti fermi sugli allori sei fuori”.

Il valore aggiunto di un gestore locale – in Valle Peligna ci sono anche Speednet e Sinet – è però la fiducia: “Siamo disponibili sempre – spiega – e soprattutto qui ci viviamo e dobbiamo guardare negli occhi le persone. Non possiamo e non vogliamo fregarle. Facciamo parte di una comunità e la rispettiamo. Ci crediamo e bisogna sfatare il mito della Valle di lacrime, dove non è possibile fare niente o fare impresa”. Che la Peligna non sarà la Silicon Valley, ma dai garage, anche qui, possono nascere sogni.