Il sindaco incontra Scoccia, Rossi e La Porta, ma Forza Italia attacca l’amministrazione

Con l’ufficializzazione delle surroghe di Antonietta La Porta e Maria Assunta Rossi, che si aggiungono alla rieletta Marianna Scoccia, la rosa delle consigliere regionali peligne è ufficialmente completa. Dagli onori, adesso, si passa agli oneri. Al lavoro per il territorio e il suo rilancio. Cardine della ripartenza sarà la città di Sulmona, centro e baricentro della Valle Peligna. Nel pomeriggio di oggi le tre consigliere sono state ricevute dal sindaco ovidiano, Gianfranco Di Piero.

Un vertice chiesto dal primo cittadino, per interloquire con le tre rappresentanti territoriali in Regione, tutte in maggioranza. Insomma i presupposti per agire in sinergia, al servizio del comprensorio, ci sono. Dalla Rossi, tra le fila meloniane del governo in carica, fino ad arrivare alla Scoccia, che dovrà render conto dei 1956 voti presi nel solo territorio sulmonese, fino ad arrivare a La Porta, che ricopre anche il ruolo di consigliere comunale in quel di via Mazara.

Nel vertice si è parlato di Sanità, con un ospedale di primo livello che nonostante l’infornata di primari ha ancora bisogno di un potenziamento dell’organico. Così come avranno bisogno di innesti i servizi sanitari sul territorio. Da attenzionare le opere di rifunzionalizzazione delle strutture ospedaliere e territoriali, come Casa della Comunità, Centro Operativo Territoriale e l’Ala Bolino dello stabilimento ospedaliero, con fondi già disponibili del Pnrr. 

Alle consigliere è stato chiesto di lavorare anche sui collegamenti con Roma. Gli stessi cancellati dalla sinergia Marsilio-TUA, e che Rossi in campagna elettorale ha promesso di ripristinare. C’è poi la cultura di rimettere in piedi, con palazzo Portoghesi ancora chiuso. I lavori per la riapertura della sede dell’Apc sono vincolati dalla vendita dello stabile dell’ex sede delle scuole di formazione professionale di via Mazzini, a causa di una delibera di giunta regionale del 2017 (giunta nella quale figurava anche l’assessore che avrebbe dovuto rappresentare il comprensorio peligno, Andrea Gerosolimo ndr).

Infine è stata trattata la questione della rifunzionalizzazione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti, nella frazione di Noce Mattei, che richiede un consistente sforzo finanziario. 

“I grandi temi della Valle Peligna, come sanità e trasporti, vanno affrontati con un’unica voce e in sinergia, come anche le questioni legate alla cultura e al turismo necessitano di progetti da parte del Comune di Sulmona per poter ottenere concreto sostegno”, ha sottolineato Marianna Scoccia. La vicepresidente del consiglio regionale ha parlato di “incontro proficuo e importante, a cui ho partecipato con grande interesse, affrontando le note rilevanti e complesse problematiche del territorio, come la sanità, i trasporti, oltre alla questione di Palazzo Portoghesi.

Un vertice malgradito da Forza Italia Sulmona. La sezione sulmonese, per bocca del coordinatore cittadino, Lorenzo Fusco, parla di “investitura di problemi” nei confronti delle tre elette. “Problemi che neanche egli stesso conosce – si legge nel comunicato – sulle partecipate, per esempio, Cogesa e Saca, Di Piero ha fatti annunci roboanti per poi non concludere assolutamente nulla. Per noi di Forza Italia il Re è nudo: è emersa la vera natura politica del sindaco ovvero l’immobilismo totale”-

I berlusconiani chiedono a gran voce le dimissioni di Di Piero, specie dopo la vicenda della fidanzata del consigliere di maggioranza, Angelo D’Aloisio, assunta da Coselp, ditta appaltatrice del servizio di mensa comunale.

“Un sindaco che non ha più credibilità con una maggioranza sempre in bilico e privo della coalizione che lo ha eletto – concludono i berlusconiani – , ovvero Liberamente Sulmona, che non esiste più. Una coalizione che si è disgregata dalla testa: ovvero con l’uscita dalla maggioranza della consigliera Teresa Nannarone,, insieme a Maurizio Proietti e Caterina Di Rienzo, ideatori e sostenitori del progetto che Gianfranco Di Piero a essere eletto sindaco. Il sindaco ha cambiato maggioranza dal punto di vista formale, sostanziale e politico” riprende il direttivo “riducendola a una partita 8 a 8 che lo costringe, prima di ogni consiglio comunale, ad estenuanti trattative per non finire in parità. Inoltre, ha azzerato la prima giunta con il diktat del Pd che ha imposto assessori che non rappresentano la città mettendo da parte l’ex assessore al bilancio Katia Di Marzio, tutto questo per arrivare al risultato di essere uno degli ultimi Comuni d’Italia ad approvare il bilancio con tutto ciò che comporta in materia di manutenzione, lavoro e programmazione, perdendo di fatto almeno sei mesi”.