Ad una settimana, oggi, dalle dimissioni del sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, il clima a Palazzo è ancora quello dello “studio”: la maggioranza sta tentando faticosamente di ricomporsi ed oggi potrebbe essere una giornata decisiva per sciogliere, se non tutti i nodi, almeno la matassa quel tanto che basta per capire di quale colore sarà. Prima cioè di dare volti e nomi ad una nuova, eventuale, giunta.
Il superamento della crisi passa sostanzialmente per due porte: quello della collocazione della ex Teresa Nannarone e quella, soprattutto, del Pd, chiamato a fare un passo di lato, ma non indietro, rispetto al futuro della consiliatura.
In particolare la richiesta è quella di restare nella maggioranza e nella giunta, offrendo però una terna di nomi veri su cui il sindaco possa operare la sua scelta per il nuovo esecutivo, sostituendo cioè il vicesindaco Franco Casciani. L’ipotesi dell’appoggio esterno, infatti, non è un’ipotesi percorribile, almeno politicamente: significherebbe comunque mettere in campo una specie di governo di salute pubblica che molti anche nelle aree di centrodestra (come dimostra la lettera aperta di ieri di “Con Sulmona”), in realtà, auspicano, consapevoli che la città non può permettersi un altro stop e nuove elezioni. Una soluzione, questa, che salverebbe la città, forse, ma non certo la politica e la coalizione di centrosinistra alla vigilia delle elezioni regionali. Non salverebbe soprattutto il Pd, partito che della coalizione dovrebbe o avrebbe dovuto essere coordinatore e motore politico. Le diplomazie sono a lavoro e oggi, il settimo giorno, a Palazzo non sarà un giorno di riposo. Anzi.
Oltre ai rapporti da chiarire con il Pd, ci sono quelli con la ex Teresa Nannarone che potrebbe decidere di tornare tra i banchi che le appartengono e che lei ha contribuito a formare, nel caso il sindaco riuscisse a trovare una soluzione per un nuovo corso.
Il problema, infatti, non sono i numeri: l’ex civico Gianluca Petrella ha con il suo annunciato sostegno a Di Piero, di fatto, ristabilito gli equilibri necessari per una maggioranza, ma la sfida oggi, è un’altra: quella cioè di rilanciare la proposta politica e amministrativa della città.
Nel difficile puzzle ci sono anche i 5 Stelle che non vogliono rinunciare ad Attilio D’Andrea che, tuttavia, se dovesse essere candidato alle regionali, non troverebbe comunque spazio nell’esecutivo. Ai grillini, come al Pd, è richiesto uno sforzo di “creatività” o se vogliamo di generosità: individuare, cioè, una terna di nomi di potenziali validi assessori da mettere nelle mani del sindaco e soprattutto cercare di azzerare i dissapori e le tensioni, per avviare il nuovo corso.
Che la città è stanca e ha bisogno di risposte e di riposo. Il settimo giorno.
Tra le più articolate e profonde sintesi del pensiero di Benedetto Croce, primeggia quella che vede “la realtà spiegata da forme logiche e non logiche”.
Prendendo a riferimento le titolazioni di alcune delle sue maggiori opere, si potrebbe affermare che il governo Di Piero più che di Elementi di politica sia stato prevalentemente caratterizzato da Frammenti di etica.
Princìpi tratti dai saggi del filosofo riuniti sotto il titolo Aspetti morali della vita politica (1928), incoraggiano a sentenziare che l’esercizio di governo cittadino di Di Piero sia stato condotto all’insegna di vera “Scuola antipolitica”.
Un percorso inquieto ed instabile, cosparso di rifiuti nei diversi tentativi di una mediazione razionale, vistosamente ricolma di intensità polemica, senza che la “serietà del politico” – a cui Egli si rifà nel commiato consiliare e dell’abbandono – possa essere interpretata come un passaggio dalla politica alla morale.
Un Sindaco come è stato al quale “un amico chiromante” aveva letto e mostrato per tempo le carte….
Di Piero fin’ora e’ stato un bravo sindaco ! Una Sulmona che ha regalato un’estate bellissima e tante riaperture a cominciare dalle strutture dell’incoronata.
Unica nota stonata molto grave a mio avviso è la chiusura del mercato coperto che certo non dipende da lui ma che deve assolutamente risolvere in tempi brevi pena la fine del mercato di Sulmona in primis.
Per il resto cento volte meglio ora che in mano ai civici
Se giornata di lavoro deve essere che sia REALMENTE proficua per la città.
Un secondo appello (ma ce ne sono già stati molti di più) non ci sarà!
Parlare ancora di rimettere insieme i cocci della maggioranza è fuorviante prima ancora che un grave errore politico. Il vaso rincollato alla meno peggio presenterà sempre punti di fragilità diffusa.
Oggi è tempo di uno scatto di reni da parte di tutta la classe politica cittadina più che delegittimata da tutta questa vicenda.
Si dia mandato al sindaco di proporre una sua Giunta tecnica con un vero programma amministrativo triennale. Una Giunta di salute pubblica chiamando a sostegno tutti i consiglieri eletti. E vediamo chi ha il coraggio di dire di no.
Per Sulmona sarebbe una vera e propria rivoluzione. Sulmonesi finalmente uniti in un disegno unitario per il bene della città.
Una “giunta tecnica” è mal digerita politicamente.
Sarebbe l’ultimo e definitivo autogol che determinerebbe la certa retrocessione (leggasi “commissariamento) e l’aut aut a questa ipotesi è già stato da loro dichiarato.
Poi tutto è possibile in politica.
Se si vuole ciò… si proceda pure!
A LI GINGIL GIANGIOT ARRUEC A CHIAVATIDRILL ARRIC D L’APPIC AWA A GABON SCIASSY ECT FRA ECT A FRA MA ECT A LU PIET FRA
STI A PARLA E FE PART DELLA GIUNTA TITI ALMEN STATT ZITT NA VOT