Il riuso nella nuova legge urbanistica: stop edifici in periferia. Di Bacco in audizione alla Regione

Addio villette singole e a schiera in periferia. Si torna a vivere in città, o meglio si torna a costruire all’interno del perimetro urbanizzato del centro abitato. Tutto ciò verrà imposto dalla nuova legge urbanistica che a breve verrà approvata dalla Regione Abruzzo, una delle ultime regioni in Italia a riadeguare dopo quarant’anni la normativa che era stata approvata nel 1983 con la L.R. 18 e che presto verrà abrogata.

Consumo del suolo a saldo zero è la parola d’ordine. Lo impone l’Europa ed è l’obiettivo da perseguire entro il 2050. In poche parole il “riuso” dell’esistente diventerà obiettivo primario, si utilizza ciò che già esiste, rinnovandolo e ristrutturandolo. Il tutto all’interno del territorio già urbanizzato, con l’obbligo di impattare il meno possibile sulle porzioni di territorio al di fuori dei perimetri cittadini, salvaguardando cosi in primis il territorio rurale. Tempi duri per chi vuol fuggire e vivere nelle periferie cittadine o in zone collinare o di campagna. La nuova norma non lo consentirà, o almeno con paletti particolarmente stringenti. Un fenomeno, quello della “migrazione” lontana dal centro cittadino, verso “l’aria buona della campagna”, che ad esempio nella Valle Peligna ha portato alla creazione di quelle frazioni di periferia o in zone “aperte” dove si sono create villette singole o a schiera (quasi dei veri e propri quartieri, in alcuni casi), nati durante il boom economico degli anni ‘80.

La Regione Abruzzo punta a promuovere la rigenerazione e la riqualificazione urbana delle aree degradate, in via di abbandono o con pochi abitanti, o a scarsa edificabilità e soprattutto il riuso e il riutilizzo degli edifici esistenti, secondo i criteri della sostenibilità energetica e di sicurezza e soprattutto della qualità della vita. Per realizzare ciò, gli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica privilegeranno il riuso dei suoli urbani, il riuso edilizio e la sostituzione e la ristrutturazione urbanistica, quali strumenti diretti ad elevare gli standard di qualità ambientale e architettonica. Tra gli obiettivi da raggiungere vi è la razionalizzazione dei consumi idrici ed energetici in attuazione dei protocolli energetico-ambientali; la bonifica di suoli inquinati e riduzione delle aree impermeabili; l’incremento e funzionalizzazione della presenza del verde all’interno dei tessuti urbani; la previsione di aree idonee per incrementare e facilitare i livelli di raccolta differenziata dei rifiuti e lo sviluppo di una mobilità sostenibile ad accessibilità universale, incentrata sugli spostamenti pedonali, ciclabili e sull’accesso al trasporto pubblico.

Ad essere convocato per le audizioni in commissione legislativa e in consiglio regionale, quale componente del comitato scientifico Unitel, è Salvatore Di Bacco, Responsabile dell’Area Edilizia e Urbanistica del Comune di Raiano ed esperto del settore (che ha già partecipato alle audizioni in senato per la riforma del Testo Unico dell’Edilizia).

Di Bacco è pronto ad evidenziare pregi, e criticità, di una legge che rivoluzionerà l’intera area regionale. “Tutto ciò porterà inevitabilmente ad un cambiamento del nostro modo di pensare, che riguarderà i cittadini, i professionisti, le imprese, i commercianti e tutti gli attori coinvolti nel processo edilizio di riuso del territorio – afferma Di Bacco -. L’Abruzzo è stata una delle prime regioni ad avere una legge sull’urbanistica nel 1983, ed ora sarà una delle ultime ad adeguarsi ai dettati e alle nuove filosofie urbanistiche che impatteranno in modo determinante sulla nostra società attuale e futura dovendo ripensare un nuovo modello di vivere il territorio. Ora più che mai è necessario che tutti gli attori coinvolti nei processi compreso il cittadino abitante dei propri luoghi si adoperino dando il proprio contributo, collaborando, segnalando, indicando rilievi e criticità. In questo momento di svolta non è necessario velocizzare gli iter di approvazione. E’ priorità assoluta ripensare il territorio evidenziando le eventuali criticità presenti nel testo della nuova legge. Ad esempio, la nuova legge regionale impone ai Comuni destinatari di effettuare preliminarmente all’adozione dei piani urbanistici un censimento ed una fotografia del proprio territorio e dell’evoluzione che ha avuto negli ultimi 40 al

fine di definire quale possa essere la perimetrazione adeguata del territorio urbanizzato che sarà quella in cui la maggior parte dei cittadini vivrà ed opererà. Tale perimetrazione influirà sull’ l’economia sociale di un territorio e di un paese e pertanto è necessario che venga adeguatamente ponderata poiché avrà riflessi di estrema rilevanza per il futuro della nuova città e di tutti i suoi abitanti. Tale perimetrazione secondo il testo normativo dovrà essere effettuata in soli 90 giorni dalla pubblicazione della legge pena la paralisi di tutte le attività edilizie e il rilascio dei provvedimenti. Impossibile riprogettare la città in così poco tempo e quindi cercherò di intervenire nelle audizioni in consiglio regionale affinché venga modificata il termine ivi previsto, vista l’enorme importanza di questo prima perimetrazione del territorio”.

Un pensiero, in una regione composta soprattutto da antichi borghi, non può che essere rivolto ai centri storici caratteristici e tipici del nostro Abruzzo. “Alcuni, purtroppo, sono in stato di totale abbandono – prosegue Di Bacco -. Sarà necessario ristrutturare le abitazioni, o persino demolirle e ricostruire utilizzando le tecniche costruttive moderne e di sostenibilità energetica, e il PNRR e le agevolazioni fiscali dei bonus dovranno essere il volano per elargire i fondi necessari ai comuni e ai cittadini proprietari, per una rigenerazione e una riqualificazione urbana consapevole e collegata alle nuove filosofie del riuso delle aree degradate e/o del riuso degli edifici esistenti. La centralità della nuova legge urbanistica è insita nella parola d’ordine che è il riuso. Dovremo abituarci a questo modo di pensare e all’utilizzo sociale di queste nuove terminologie che durante la pandemia ci hanno accompagnato e ci accompagneranno in futuro.”

Altro tema di rilevante interesse soprattutto per l’agricoltura è quella dell’utilizzo consapevole del territorio rurale. E a risentirne in parte saranno anche gli agricoltori e gli allevatori, e non solo chi in campagna ci vive per evitare il trambusto della città. “La norma sul costruire destinata agli operatori del settore sarà molto stringente – prosegue Di Bacco -. Permetterà di costruire in modo più restrittivo e solo utilizzando esclusivamente Piani di sviluppo agricolo e aziendale di durata pluriennale con la possibilità di costruire solo ciò che è indispensabile. Questo potrà creare alcune evidenti difficoltà di natura burocratica e procedurale poiché saranno i Consigli Comunali che dovranno approvare i piani degli imprenditori agricoli. E l’agricoltura, già poco praticata negli ultimi anni diminuirà ancora di più. Molti giovani troveranno poco attraente questi percorsi procedimentali tortuosi e complessi, che scoraggeranno chi vorrà iniziare tale avventura. Tutto ciò potrà portare ad uno spopolamento e ad un abbandono definitivo del territorio rurale già compromesso negli ultimi anni da una serie di politiche agrarie, ed i campi una volta tutti coltivati saranno popolati ulteriormente dalla fauna selvatica, non proprio il massimo in questo momento, viste le difficoltà nel contenimento degli animali ormai proiettati verso il centro abitato. Il presidio del territorio rurale con la presenza di piccoli contadini e di imprenditori professionali agricoli creava una barriera protettiva di filtro che permetteva almeno parzialmente di evitare un flusso continuo di fauna selvatica verso i nuclei centrali delle città. E tutto ciò potrebbe venire a mancare con le nuove disposizioni regionali. Inoltre, non dimentichiamo anche e soprattutto il pericolo incendi derivanti dalla forestazione dell’abbandono di terreni prima coltivati. Se le campagne iniziassero a trasformarsi in foreste il rischio aumenterebbe. Servono passaggi graduali, con verifiche transitorie e non iniziare con una trasformazione rigida e netta dell’utilizzo del suolo e del territorio. Ciò non toglie che quella che verrà approvata sarà una delle leggi più importanti che la Regione approverà negli ultimi 40 anni”.

Legge urbanistica

Relazione nuova legge urbanistica

4 Commenti su "Il riuso nella nuova legge urbanistica: stop edifici in periferia. Di Bacco in audizione alla Regione"

  1. Pratola kumman senza cemento | 11 Febbraio 2023 at 19:29 | Rispondi

    Anche il Comune di Pratola Peligna dovrebbe attuare un passo in dietro. Vedasi la lottizzazione di Valle Madonna, cemento cemento cemento.

  2. i link non funzionano

  3. Una legge folle che finirà per affrettare lo spopolamento delle aree interne. Ma dove dovrebbe andare a vivere una famiglia di Pratola? Alla Schiavonia? Al buio e sommersi dall’umidità. Quante idiozie si commettono in nome dell’ossequio alla tendenza gentile del momento.

    • Ma si può sempre chiamare qualche donna “so tutto io” di Sulmona con la divisa gialla che può risolvere il problema di chi vive alla schiavonia!

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