I numeri della maggioranza saranno probabilmente confermati questa mattina a palazzo San Francesco, dove è in programma (ore 8,30) il consiglio comunale per parlare di crisi politica e mense scolastiche: due argomenti strettamente correlati, perché se è vero che degli otto ancora nessuno si è detto fuori, altrettanto vero è che sulla questione delle mense c’è un abisso di vedute tra le diverse componenti.
Il pomo della discordia è la partecipazione, come unico concorrente, al bando da oltre 3 milioni di euro, della Coselp Srl, società di cui è amministratore unico il socio del capogruppo del Pd Mimmo Di Benedetto, tanto da aver “spostato” la sede della società, che ha affittato l’azienda alla Cooperativa Coselp di Pratola Peligna, nell’ufficio dello stesso consigliere.
E se una parte delle opposizioni hanno già elencato i motivi per i quali chiederanno il ritiro in autotutela del bando (tra cui la presunta violazione delle direttive dell’Anac), la consigliera di maggioranza, che qualcuno vorrebbe in opposizione, Teresa Nannarone, è pronta a motivare con una corposa e articolata relazione le ragioni per le quali, anche per lei, quel bando va ritirato. Presunti profili di illegittimità formale e sostanziale, ma anche e soprattutto di opportunità politica. Che per la coalizione di Liberamente Sulmona vuol dire sostanzialmente un tradimento alla bandiera della campagna elettorale.
Per molto meno, d’altronde, la commistione tra interessi pubblici e privati, è vietata dal regolamento comunale approvato all’unanimità dal consiglio: basta leggere l’avviso per la ricerca del rappresentante del Cda per la Fondazione del Museo del Realismo, per capire, infatti, come questo sia “più realista del Re”. Al punto 3 dei requisiti dell’avviso (che scadrà venerdì prossimo), ad esempio, si legge che il candidato non può “avere rapporti di coniugio, convivenza, unione civile, parentela o affinità entro il quarto grado con il Sindaco” e ancora, al punto successivo, che non deve “trovarsi per le attività personali svolte, in conflitto d’interessi – anche solamente potenziale – con l’ente interessato dalla nomina o designazione”. E questo per una carica che è a titolo gratuito e senza neanche rimborsi spese previsti. Figurarsi quale dovrebbe essere il distacco per un appalto che vale oltre 3 milioni di euro e investe un servizio così delicato quale è quello del piatto apparecchiato sulle tavole dei bambini.
Di Benedetto, dal canto suo, chiarirà in consiglio la sua posizione che finora ha sempre respinto i profili di inopportunità politica, oltre che di illegittimità ovviamente.
Mentre il sindaco, che tra i binari paralleli si trova nel mezzo, si affida mani e piedi agli uffici: “Gli unici a poter annullare il bando – spiega – e che hanno garantito la legittimità degli atti”.
La sfilata è già pronta in consiglio e l’abito del Re così trasparente che solo i bambini sembrano non vederlo.
A Consiglio in corso, forse ad arte si sorvola sul dissidio interno al (P)artito (D)ispotico, che autarchicamente pone e indomitamente dispone, nomina ed esautora, ammonisce e querela, tacita e con malcelata ironia sbeffeggia il resto della truppetta rasandole la cresta: i resti di un pd locale smagrito e smarrito….
E poi, quanti dottori commercialisti in Consiglio, con voti incassati con sconto in fattura….
Consiglieri cui serve la prebenda da portare a tavola….
Altri con il master in ….
“Una” con populistica oratoria, una Giulietta che “tiene la treccia” di Piero ma senza comprensibili ragioni….
Insomma una commedia stagnante che ricorda quel fastidioso olezzo sprigionatosi dai prati del parco fluviale quando si pretese di delegare i cavalli per rasare l’erba, ignorando soluzioni di piena efficacia che la gramigna la rasano al colletto….
E dovevano essere il cambiamento…che vergogna!!!
Già mesi or sono, numerosi Cittadini delusi e “traditi”, asserivano con piena onestà: “…Abbiamo votato il meno peggio…”.
Giudizio assertivo che di per sé evidenzia quanto difficile sia scegliere tra i candidati alla carica di Sindaco secondo riconosciute qualità morali accoppiate ad altrettante capacità politiche.
Oggi, quanti degli Elettori che hanno sostenuto e confermato al turno di ballottaggio questa svilita e smembrata coalizione, hanno idea di cosa significherebbe tenere in vita la sindacatura Di Piero?
Il biasimo per la delusione
è d’obbligo ma perché sottomettere oltre ad improduttiva sorte la Città e la sua Collettività sociale ?
Tra i più vicini e maggiori Amici, più che consigliori, al responsabile del galleggiamento di questa maggioranza consiliare, c’è chi ha il credito ed il coraggio di sospingerlo e convincerlo a deporre la fascia ?
Chissà…