Si chiude la porta del Museo del Realismo per Teresa Nannarone, giudicata incompatibile dall’Anac con il ruolo di membro del Cda (posizione che andrà a ricoprire l’ex assessore alla Cultura, Alessandro Bencivenga) in quanto consigliera comunale, ma resta socchiusa per lei quella di palazzo San Francesco, dove ieri sindaco e consigliera si sono incontrati per quasi due ore. Un confronto sereno e franco, lo ha definito il sindaco, nel quale la Nannarone ha ribadito le ragioni della sua decisione di passare all’opposizione e illustrato quelle che potrebbero permettere un cambio di scenario.
Azzeramento della giunta, cambio di passo nell’azione amministrativa, coraggio nelle scelte e quel po’ di “fantasia” che esattamente due anni fa portò la coalizione di Liberamente Sulmona a vincere le elezioni. “Non c’è preclusione – commenta Di Piero – l’azzeramento della giunta è un passo possibile, ma che non voglio fare al buio, senza avere cioè prima una prospettiva di governo concreta con una maggioranza che abbia un’agibilità politica e numerica”.
Parole che lasciano intendere che l’eventuale ingresso del civico Gianluca Petrella nella maggioranza, per quanto utile, non sarà risolutivo: l’obiettivo primario resta quello di ricomporre i cocci della maggioranza, fosse anche necessario ingoiare un incontro con i consiglieri coniugi Proietti che per primi lo hanno abbandonato. Per farlo ci sarà bisogno di discontinuità, ha detto la Nannarone, e chiaramente cambiare lo spartito e la musica.
Ora si tratterà di condividere con il resto della “banda” lo spartito: oggi stesso Di Piero dovrebbe incontrare quel che resta della maggioranza, per capire se ci sono possibilità e margini di apertura, al di là dei numeri – risicati – che potrebbe garantire Petrella.
L’ipotesi di collaborazione con i gruppi di opposizione, tra no decisi e diserzioni, d’altronde è fallita e così non si può andare avanti, perché non si riesce a garantire neanche l’ordinario: ieri la dimostrazione con la bocciatura – per assenza del numero legale – delle questioni relative ai debiti fuori bilancio e al finanziamento da 200mila euro dell’Arap per l’illuminazione pubblica.
“Non si può ridurre tutto al tatticismo politico – commenta amareggiato il sindaco – il mancato riconoscimento dei debiti fuori bilancio, debiti fatti tra l’altro non da questa amministrazione ma relativi al passato, porterà solo ad un aggravio di spese da parte del Comune, e quindi dei cittadini, per gli interessi di mora e le spese giudiziarie che si dovranno affrontare. Non c’era nulla di politico in quelle delibere e così come si è permesso di approvare la variazione al Piano delle opere pubbliche per il bene della città e introitare i soldi per il liceo classico, si poteva votare un atto dovuto e imposto da un giudice, che comunque vada dovrà essere onorato”.
Perché al di là delle elezioni, della politica, degli accordi elettorali, delle poltrone, c’è la realtà. E non ci vuole un Museo per rappresentarla, né essere necessariamente più realisti del re.
Il cognome PETRELLA deriva dal nome Pietro, dal latino Petrum (“pietra”).
Il che significa “forte” e per natura umana “coraggioso”.
Vedi Gianluca, sei stato candidato in una delle liste di un’ampia coalizione, nata non in contrapposizione alle liste di appoggio alle altre candidature a sindaco bensì all’interno di una visione alternativa, civica ed originale, guidata dal candidato A.G.
Questa evidenza è più che sufficiente per farti riflettere che scegliendo di essere ruota di scorta di ciò che resta di una sterile, implosa maggioranza, non solo ti assoggeteresti ad una demagogica strumentalizzazione ma verresti tacciato d’indiscussa incoerenza, anzitutto dai tuoi elettori.
In quanto il programma elettorale presentato dall’attuale governo cittadino è ben diverso da quello per il quale hai chiesto voti come candidato consigliere e, dunque, poco credibile che tu abbia interesse o ti senta obbligato – per il bene comune – a porre soluzione ad un problema che nasce e vive in “casa d’altri”.
Non macchiare la veste candida che hai indossato al tempo delle elezioni con il marchio dell’inciucio.
Lascia paletta e ramazza nelle mani delle sirene che ti chiamano, evitando di pentirtene scoprendo le vere ragioni degli incantatori.
Dopotutto, il cognome PETRELLA significa “forte, coraggioso”….
Si ma se proprio vogliamo precisare e’ Petrella ….piccola pietra …sassolino .
Di forza non ci vedo niente anzi ….
Mentre le stampelle a cui si è appoggiata la Casini (Gerosolimo) per arrivare a fine mandato provenivano da accordi fra coalizioni con programmi uguali e stesse appartenenze politiche…ma per favore! possible che non si riesce ad avere un minimo di obiettività..
Giusto…ma Di Piero e la Nannarone non erano il cambiamento??? Casini non è stata profondamente e duramente criticata per questo? Memoria corta caro giovanotto
a gaingill a cadrec malouda circillinill de lu gabon a sciassy all’arruec aect fra a lu piet ma a lu piet fort fra
Titi’,stavot nen te so capit manch’ie’, figuret nu poc.
Al di là della eventuale incoerenza del consigliere Petrella c’è il fallimento di un progetto politico incarnato da questa maggioranza e questo Sindaco che non viene certificato con atti politici significativi.
E, dunque, se non si fa chiarezza su questo non si possono individuare soluzioni credibili alla crisi determinatasi in Amministrazione.
La coerenza vorrebbe che la Giunta in carica rimetta le deleghe in mano al Primo Cittadino, una volta constatato il venir meno di una maggioranza politica prima ancora che numerica. Solo dopo i consiglieri comunali (non certo i partiti, inesistenti) possono constatare l’esistenza di volontà diverse dallo scioglimento del Consiglio.
quess è vutet vutet continuate a vuta chiss magn e vu c lu cerin menn
Commenti in italiano x piacere se si vuole essere seri anche perché non ci sono traduttori per la lingua dei pagliacci