Il pranzo di Ferragosto

C’è un film divertente e che fa riflettere di qualche anno fa, esordio registico di Gianni Di Gregorio: Pranzo di Ferragosto è la storia di Gianni che accetta, per necessità più che per voglia, di fare da badante all’anziana madre e ad altre tre vecchiette, scaricate per diversi motivi alla vigilia di Ferragosto dai rispettivi figli e nipoti: l’amministratore di condominio a cui deve soldi e che deve andare in vacanza con la giovane amante, il medico con cui deve sdebitarsi dalla visita e che deve fare la notte in ospedale. In una Trastevere assolata e deserta, il protagonista suo malgrado accetta l’incarico di prendersi cura della strana comitiva che tra liti, ripicche e gelosie, alla fine ritrova le ragioni dello stare insieme, tanto da arrivare a pagare un extra al figlio-badante perché quel Ferragosto non finisca.

Di certo il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero non ha il “vizietto” di Gianni di bere qualche bicchiere di troppo, ma il suo incarico sembra oggi, nel giorno di Ferragosto, così simile: liti, ripicche e gelosie, continuano a turbare l’assolata e deserta (politicamente) Sulmona che a meno di due anni dai grandi sogni d’autunno, si ritrova nuovamente intrappolata nell’ingovernabilità.

La crisi formalizzata ieri nei numeri (e con le parole) con l’astensione della consigliera Teresa Nannarone, irrompe come il pranzo di Ferragosto che Gianni rimedia a bordo Tevere: qualcosa da mettere in tavola per sfamare i gusti di ognuna. Stando attenti alle intolleranze, alle pietanze indigeste, alle medicine da prendere ad orari precisi e ai pochi soldi a disposizione.

La pazienza, che è virtù e debolezza di Gianni, è simile a quella che da mesi ormai arma il primo cittadino in questa infinita e indefinita Assunzione. Il sorriso amabile e il rodere dentro, per essere rimasto intrappolato in una situazione che certo non aveva immaginato.

L’alternativa, d’altronde, per lui e le quattro vecchiette, non c’è. Se non quella della solitudine nel torrido Ferragosto romano. Così come Sulmona, ad oggi, non ha alternative di classe dirigente, checché ne dicano le opposizioni. Quelle che si presentano in Aula, almeno. Che le altre stanno già al mare.

“Gianni-Franco” torna così ai fornelli, per cucinare un piatto che faccia ritrovare le ragioni dello stare insieme: brodino con parmigiano dopo il pranzo di Ferragosto.

11 Commenti su "Il pranzo di Ferragosto"

  1. Elisabetta Bianchi | 15 Agosto 2023 at 00:39 | Rispondi

    a me tutto sembra fuorché che stiano al mare…con le loro strategiche assenze mantengono…eccome se non mantengono! se fossero stati tutti presenti oggi, quelli dell’opposizione (si fa per dire) e avessero votato contrariamente alla proposta di deliberazione sulla variazione di bilancio che contiene anche qualche posta di loro interesse, probabilmente questa amministrazione oggi avrebbe qualche grana in più della costante somministrazione di sermoni

  2. Con l’eleganza che lo ha sempre contraddistinto “Gianni” ha finalmente reso pubblico ed ammesso il motivo per il quale ci si trova in questa situazione di ingovernabilità: la poltrona mancata. Quella che qualcuno o qualcuna non ha ottenuto di primo “acchitto” ed alla quale ora dice di aver rinunciato perché disinteressato o disinteressata. A criticare sono tutti bravi e brave ma ad amministrare pochi e così che comodamente si resta a guardare prendendosi il proprio tempo.

    • Alla quale dice di aver rinunciato ma che altri dicono continua insistentemente a chiedere (vice sindaco) forte di una forza che non ha ma di un “ricatto” che pagano i cittadini. Dal bene in comune al bene personale è stato un attimo. Così come la strategia politica adottata (fallimentare quella del nuovo gruppo che si è sgretolato nel breve) adesso punta a far dare sostegno da parte della minoranza a questa ex maggioranza per lucrare dall’opposizione pura e dura. D’altronde se ci si erge per auto proclamazione come l’unica onestà l’unica brava alla fine si vive solo di auto compiacimento e interessi personali. E i cittadini osservano tra buche autobus che non passano treni che si perdono è una città sempre meno a portata degli stessi

    • E già…

  3. Inutile provare a mandare il messaggio che non ci sono alternative…queste ci sono sempre alternative, e spesso anche migliori di quello che c’è adesso ( anche perché basta davvero poco)…

  4. E dunque oggi è così:
    poiché nessun ci va
    per sempre questi qui
    dobbiam lasciare là ?

    Cioè davver pensate
    che in tanti residenti
    non c’è qualcun capace
    che stringa un poco i denti

    e guidi la Città
    di fuori dal pantano
    nel quale questi qua
    l’han sol lasciata invano ?

    Si deve forse dire
    a tanti ormai delusi
    che devono votare
    non più chi li ha illusi

    o chi parla di più
    o chi di meno fa
    o chi, già suppegiù,
    non ha mai lavora’;

    si deve qui votare
    sol chi da sempre è avvezzo
    a fare e lavorare
    e già lo fa da un pezzo;

    né amico, né parente,
    né “esperto” di politica:
    ché pare assai evidente,
    per quanto non si predica,

    che proprio questi qua
    non sanno lavorare
    e vanno solo là
    a dire e non a fare !!!

    Alternativa dunque c’è
    come c’è sempre stata;
    è solo che non c’è
    chi l’abbia mai votata !!!

  5. Un mondo di ladroni

  6. Bisogna rendesi conto che solo un sindaco, qualunque sindaco, in questo contesto non ce la può fare. Per cambiare, per risollevarsi, bisogna rivendicare con forza e orgoglio, l’attenzione necessaria alla città e ai nostri territori. Territori colpevoli però, di non essere mai uniti e mai attenti agli interessi comuni, ma piuttosto a favorire quelli altrui. Il famoso: Divde et impera.
    La questione da sempre sottovalutata, delle nostre aree interne. Perché non dovrebbero bastarci più le mancette elettorali per farci scodinzolare festosi verso il padrone che ci lancia l’osso o la monnezza. Tanto poi sappiamo che i bocconi sostanziosi saranno sempre per qualcun’altro. Siamo cittadini con pari diritti e pari doveri degli altri abruzzesi, ma al netto, restano solo i doveri. Né serve un genio alla regione per capire che, se non si attuano politiche adeguate, se non si cercano strategie al passo con i tempi mutati, per lo studio, il lavoro, soluzioni strutturali e innovative per le nostre aree interne, l’Abruzzo non si risolleva. E va bene l’Aquila, va bene Pescara, ma non basta.
    Esiste anche l’ altro Abruzzo.
    Cosa è stato fatto in questi ultimi cinque anni, pieni si soldi e di opportunità?
    I dati non sono confortanti:
    – crollo degli iscritti nelle università abruzzesi – 30,3 %
    – ultimi dati disponibili (ISTAT e Svimez):
    male l’industria, male l’agricoltura, male i servizi, malissimo le costruzioni.
    – Aumenta la povertà e la popolazione abruzzese diminuisce più della media nazionale.
    – La Roma – Pescara è stata esclusa dal PNNR e mancano 12 miliardi di euro.
    – Sanità pubblica e trasporti pubblici, sempre più alla deriva (e certamente non per colpa di chi ci lavora)
    Così si rilanciano le aree interne e di conseguenza l’Abruzzo?
    E i prossimi 5 anni saranno come questi? È chiaro che con l’attenzione esclusivamente puntata verso gli stessi, la regione non riparte. Tanto poi, sono sempre i nostri ragazzi a dover andar via per studiare o lavorare, e se questo non convince noi per primi a pensare insieme agli interessi dei nostri territori…La storia passata e recente ci mostra che certo non ci penseranno gli altri.
    Buon Ferragosto.

  7. Il paradosso è che la minoranza a chiacchiere invoca la caduta dell’amministrazione civica, mentre nei fatti per “tattiche di convenienza” nessuno di costoro vuole rimanere con il cerino in mano per non essere poi additato.
    Stesso discorso in maggioranza, lotte “ego”istiche di potere interne hanno di fatto bloccato un’amministrazione, e qui il cerino e stato sostituito dalla classica “cannela”, e dalla quale e giustamente, nemmeno il Sindaco vuol bruciarsi… e perché mai!
    Al di fuori, tutti i pro e i contro sempre allenati e che sempre per i propri interessi continuano a portare “candele votive” e “preghiere di supplica” al “sagrestano della propria (e anche ex) parrocchia”, per ottenere il miglior posto “allu cannelier” prossimo venturo.
    In ultimo la città silente e sofferente da anni con il suo “cero” sempre più grande e carico di dolore e ancor più “doloroso”, ma non più in “mano”… e sempre più “appizzato”!

  8. Sulmona al centro | 15 Agosto 2023 at 21:45 | Rispondi

    Qui si invocano le dimissioni del sindaco ma non si è capito perchè, di quale colpa si sia macchiato…a me sembra piuttosto un sindaco “boicottato” da strani “personaggi in cerca d’autore” che ci guarderemmo bene dal votare in future elezioni

  9. Boicottato ? Si !!! Da gente che riconsegna la tessera per una commissione da 300 € .gli altri devono esserci perché devono mantenere certi interessi ( terreni, edifici , negozi e amici da inserire nei posti ( rimasti pochi ) piu strategici 🤔 ) in mezzo ad un mondo di cialtroni & burattinai GIANFRANCO resta per me un signore , non sarò io a dirgli male !!!! SULMONA FINITELA DI FARVI LA GUERRA !! NON CE RIMASTO PIU NULLA PER COLPA VOSTRA !!!! RE LEONZIO pensaci tu , portati pure Camill bell capill e che caxxxxo !!!!

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