È stata l’occasione per riscoprire le tradizioni il Picnic del Gusto organizzato da Slow Food al parco fluviale di Sulmona. Tradizioni culinarie con il fagotto o kit gourmet pieno di tipicità locali: dall’olio al vino, ai salumi e ai formaggi e al pane insieme a tre alimenti di Libera prodotti nelle terre confiscate alla criminalità organizzata. E poi le tradizioni popolari abruzzesi con il laboratorio delle pupazze tenuto da Libera Pupazzeria o quelle musicali con le note dei Discanto e della Vitivinicola Italo Abruzzese. Non è mancata la storia di Sulmona con i bambini e le bambine della Cordesca o la passeggiata nel centro cittadino organizzata da Sulmona Trekking. Nonostante lo stato in cui il parco fluviale è stato consegnato agli organizzatori dell’evento, non c’è stata volontà da parte di questi di fare polemica perché per tutti quella di ieri è stata una giornata di festa.
Restano però in piedi tutte le criticità mosse nei confronti della gestione pubblica del parco. Il Comune si difende dal canto suo sottolineando che Cogesa opera al parco tre volte a settimana – il lunedì, il mercoledì e il venerdì – e che quindi proprio due giorni prima il parco era stato ripulito per l’evento. L’impressione che si ha è che dopo la giornata di pulizia organizzata dal Comune con le scuole e il Cogesa il 19 maggio, il parco è ritornato in uno stato di semi abbandono, sensazione avvantaggiata dal fatto che orma il Comune è sempre più interessato a passare la gestione al Cogesa.
Messe da parte le polemiche, l’evento della Condotta peligna di Slow Food al quale hanno partecipato in tanti fra i sulmonesi, cerca di riconnettere: la storia – con le scampagnate che una volta organizzavano le famiglie – con i prodotti locali, con una parte importante della città di Sulmona, il suo polmone verde, appunto il parco fluviale, ma fino a quando quest’ultimo non comincerà ad essere percepito come un pezzo integrante della città e non una sua appendice, difficilmente si potranno estinguere i problemi che l’affliggono.
Savino Monterisi
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