Storie sospese. Verrebbe da dire questo per le società e le attività sportive letteralmente bloccate a Sulmona a causa della mancanza di palestre ed impianti sportivi, privi di certificati. Il palasport di via XXV aprile, questa è l’ultima, manca dell’accatastamento, ciò vuol dire che oltre alle certificazioni per l’agibilità bisognerà procedere anche a risolvere questo cavillo. Che cavillo proprio non è e non si sa quanto ci vorrà a risolverlo. Dopo la scherma, la pallacanestro migrata a Popoli, la pallavolo iscritta al campionato con la richiesta alla federazione (ancora da confermare) di giocare l’andata solo fuoricasa, in attesa di tempi migliori, oggi i disagi denunciati sono anche quelli della ginnastica artistica Ovidiana.
La palestra, quella “seconda casa” come l’ha definita l’allenatrice Lisa Madama è indisponibile al pari di tutte le altre. Fuori gli attrezzi, fuori tutto, che per questa disciplina, si sa, non si tratta proprio di spostare una palla. “Travi, pedane, trampolini, track, tappetini, tappetoni, strisce per il corpo libero” si sfoga Madama nel ribadire l’enorme sacrificio fatto da società e genitori. Ricorda l’inizio l’allenatrice, da quelle tre bambine da cui è partito tutto fino ai 120 iscritti dello scorso anno. Una crescita esponenziale oggi paralizzata. E poi l’ultimo sogno, quello di una nuova “e costosa” parallela che ora non si sa nemmeno dove potrà essere montata o, quantomeno, “parcheggiata”.
“La nostra palestra è chiusa, chiusa come anche tutte le altre palestre comunali, perché ad oggi mancano ancora le firme necessarie, le autorizzazioni richieste, le carte di agibilità e non so cos’altro- aggiunge Madama-quello che so è che la Ginnastica è ferma, ferma insieme ad altri sport che sono nella nostra stessa condizione!”. Non basta più la pazienza, insomma, né gli incontri a sedare gli animi di coach, genitori e soprattutto ragazzi che non vedono l’ora, ognuno per la propria pratica, di tornare ad allenarsi, in campo, in gara. Non ci sono risposte. “Si risolverà dicono… si… ma quando?”.
Così tutto giace nel “limbo” più totale, non un passo avanti né uno indietro: iscrizioni ai campionati, gare sulle quali lavorare, allenamenti che sfumano via. “Abbiamo aspettato abbastanza” prosegue Madama nel porsi, giustamente, una domanda semplice e logica: “Perché ci ricordiamo di queste problematiche sempre a scuola e ad attività iniziate? Non potevano essere affrontate preventivamente?”. Diverse società sportive, nel frattempo, stanno facendo fronte comune per affrontare con più forza il problema insieme all’amministrazione.
Una Città allo sbando che nessuno merita, soprattutto se a rimetterci sono i ragazzi. Sono le loro quelle “storie sospese”.
Simona Pace
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