Il museo diventa magazzino: le “tristia” sorti di Casa Ovidio

Doveva essere la punta di diamante dell’offerta museale cittadina: una struttura all’avanguardia nella quale raccogliere tutte le suggestioni visive e non solo di Ovidio e offrire spazi per biblioteca, sala convegni, sale espositive, ludoteca e sala conviviale. Il Museo di Ovidio, però, realizzato con grande impegno economico nell’ex convento di Santa Caterina, è ad oggi un magazzino.

Dentro non ci sono né libri, né, soprattutto, visitatori, ma pezzi di caldaie e di cantiere parcheggiati. Ce li hanno messi, ovviamente con il permesso e il benestare del Comune, le ditte che stanno eseguendo i lavori di efficientamento energetico di teatro e cinema che, tra l’altro, ha riaperto ieri i battenti con il caldo in sala e il gelo nei corridoi d’ingresso (dove non è stata prevista la sostituzione dei fan coil). E ci resteranno almeno fino a quando i lavori non saranno ultimati.

Non c’è fretta, d’altronde, perché al museo, i cui lavori sono stati formalmente riconsegnati nel 2017, manca ancora l’autorizzazione ad aprire: l’assenza di un certificato antincendio e della scala esterna, il cui progetto è stato approvato dalla soprintendenza due anni fa, che permetterebbe di utilizzare anche il piano superiore (dove si sviluppa il museo vero e proprio), continuano a tenere serrate le porte di via Angeloni.

Soprattutto, però, manca alla struttura un progetto di gestione, nonostante la nomina fatta a febbraio del 2023 all’architetto Raffaele Giannantonio come coordinatore scientifico. Incarico che conserverà fino al 2026, nella speranza che per quella data la struttura riesca ad aprire.

Teatro (mai termine è stato più azzeccato) di due inaugurazioni farsa nel 2022 e nel 2023, il Museo Ovidio non ha ad oggi né un gestore né un direttore, quello che nel marzo 2023 l’allora assessora Rosanna Tuteri promise sarebbe stato nominato a breve con bando pubblico, unitamente all’annuncio, nel frattempo, dell’apertura della struttura nei fine settimana. Macché.

A proposito di assessori e di promesse, quelle sale, oggi diventate magazzino, nel frattempo potrebbero ospitare un’aula studio per gli studenti che a inizio settembre scorso incassarono dal neo assessore alla Cultura, Carlo Alicandri Ciufelli, la promessa di una soluzione a breve per l’apertura di uno spazio dalle 8 alle 19 dal lunedì al venerdì.

“Tappeti rossi per chi studia e legge” disse l’assessore: a tre mesi e più di distanza, però, i tappeti non sono stati srotolati neanche come addobbo di Natale.

5 Commenti su "Il museo diventa magazzino: le “tristia” sorti di Casa Ovidio"

  1. Idem il foyer del teatro !

  2. Jetevn alla cas che è meje!

  3. Il Germe dovrebbe pubblicare nomi e cognomi (e magari financo gli indirizzi) di coloro che organizzarono ed intervennero alle inaugurazioni farsa del 2022 e del 2023.
    Siffatte persone, da obbligare a circolare per Sulmona con apposita fascia identificativa al braccio, vanno inoltre bandite da qualsiasi attività politica per almeno un decennio.
    È ora che la politica ci metta la faccia non solo quando c’è (o, addirittura non c’è, come nei due citati eventi) da tagliar nastri ma anche quando c’è da prendersi pomodori e uova marce in faccia!

  4. Il fustigatore | 7 Dicembre 2024 at 08:57 | Rispondi

    Un fallimento a 360° tra vecchi e nuovi assessori tutti animati solo dalla vanità di appendersi al petto la “medaglia assessorile” e poi….il nulla cosmico.
    Una vergogna epocale che segna il punto più basso per la politica di questa città

  5. Imparziale visione d' insieme | 7 Dicembre 2024 at 11:21 | Rispondi

    Il punto più basso per la politica di questa città?
    Bisogna pero’considerare anche la totale assenza di strategie politiche indirizzate alla crescita e allo sviluppo della città e del territorio circostante, a cui assistiamo da anni da parte di chi ci rappresenta a livello regionale.
    La politica si realizza a più livelli…
    La conseguente mancanza di qualsivoglia risultato positivo ottenuto, per i cittadini, per le prospettive dei giovani che vorrebbero restare e non essere costretti ad andar via.
    Non si può non notare l’assenza di un attivismo politico preciso, indirizzato a una visione di crescita concreta, realmente finalizzata al bene e allo sviluppo della citta.
    Per invertire un trend negativo presente da anni, ma che nessuno o nessuna sembra intenzionata a contrastare…
    A differenza di altri territori regionali…

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