La risposta si è fatta attendere. E viste le tempistiche (oltre un mese) ci si aspettava un’argomentazione valida da parte del sottosegretario Giorgio Silli per giustificare la nomina di Massimiliano Ferrini , figlio della consigliera regionale di Fratelli d’Italia Maria Assunta Rossi, quale addetto stampa del viceministro, Edmondo Cirielli. Un incarico fiduciario che in quanto tale “non prevede requisiti specifici, come obbligo di iscrizione all’albo dei giornalisti”. Una risposta che stride, e non poco, con la legge, la 150/2000. Eppure la normativa è chiara, ma l’articolo 9, che prevede personale iscritto all’albo nazionale dei giornalisti per ricoprire tale ruolo, viene glissato nella replica all’interrogazione parlamentare della senatrice Gabriella Di Girolamo. Una risposta che allo stesso tempo, oltre a legittimare in modo claudicante la nomina, conferma (paradossalmente) che per affiancare un viceministro non serve avere alcuna dote di merito particolare o certificata. Perché se da un lato non è necessaria l’iscrizione ad alcun ordine professionale, dall’altro Silli non specifica particolari titoli per essere contrattualizzati dal Ministero, se non la fiducia (o scegliete voi il termine più adatto), che non è diretta conseguenza di lauree o diplomi.
Una risposta che, utilizzando le parole del presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, ha il senso di una presa in giro. “Se per incarico fiduciario si può intendere anche l’investitura ex cattedra di ruoli e funzioni previste dalle leggi (69/1963- 150/2000) – spiega Stefano Pallotta – allora siamo veramente alla negazione della professione di giornalista”.
Eppure Ferrini, che non ha né tesserino né quote annuali da pagare (120 euro all’anno), è lì. “Ingaggiato” a fiducia dall’ex presidente della Provincia di Salerno, a cinquantamila euro lordi all’anno (trentaquattromila netti, circa) pagati dai contribuenti.
Intanto i giornalisti, quelli veri, racimolano le briciole poiché figli di un dio minore. Lo dicono i dati del “Precariometro” realizzato dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana. Le penne “autonome”, circa i tre quarti dei giornalisti scriventi in Italia, lavorano fino a dieci ore al giorno e portano a casa 15.000 euro lordi l’anno. Poco più di mille euro al mese, per fare i conti della serva. I giornalisti dipendenti, per la precisione i redattori con meno di trenta mesi non a partita iva, toccano i 18.000 euro lordi. Ai contratti del ministero degli Esteri non arriva neanche la busta paga di un caporedattore che, tanto per dare un’idea, tocca in media i 31.000 euro. Ancor più “povere” sono le cifre stimate dalle ispezioni dell’INPGI. Un sottobosco di cinquemila giornalisti precari, pagati dai 2 agli 8 euro per servizio, nonostante l’iscrizione all’albo. Professionisti dell’informazione che per pareggiare il contratto stipulato dalle parti di piazzale della Farnesina, dovrebbero produrre in un anno oltre seimila e duecento pezzi. Ovvero diciassette articoli ogni giorno, per dodici mesi, senza mai andare in ferie o assentarsi dalla scrivania.
E intanto duecentocinquanta giornalisti Rai (quelli che per essere chiamati tali hanno superato un esame di idoneità professionale, ben diverso dal postare hashtag su Facebook) protestano davanti la sede in viale Mazzini. Centinaia di professionisti che tengono in piedi la principale testata nazionale in condizioni di precariato. Nessun inquadramento secondo il CCNL, bensì contratti a partita iva o da programmisti registi. La loro unica colpa? Nell’Italia del “merito” meloniano il non aver avuto abbastanza fiducia dalle alte sfere.
Storia di un Triste articolo comunista! I portaborse dei sottosegretari ci sono sempre atti… anche quando c’erano gli amici politici del redattore di questo gionlrnae al governo! E certo non brillavano di acume o curriculum ricordando anche alcuni esponenti locali! La “svista” iniziale sulla nomina è stata sanata pertanto la morale lascia il tempo che trova! Il problema di alcuni personaggi di sinistra è proprio questo…. Rosicano sempre…. E lo danno a vedere…. Poi dimenticano che spesso campano proprio grazie alle pubblicità e ai contributi di quelle persone che tanto criticano!
Il problema è la coerenza: se, come per ogni cosa, si autocelebra la propria superiorità rispetto agli altri e si proclama fieramente il cambiamento rispetto al passato, parlando di “fine dell’ amichettismo” e di “politica del merito” e poi ci si comporta esattamente al contrario, è normale che poi tale comportamento incoerente e quelle parole, prive di ogni significato, diventano oggetto di critiche.
O forse, la possibilità di criticare e giudicare continuamente e ossessivamente gli avversari, spetta solo a voi?
In democrazia funziona (ancora) così…
Perfettamente d’accordo
Eppure esiste la figura, mai inflazionata, ormai “mitica”, del “portaborse”… del “portavoce”, perché non utilizzarla e passare per fuorilegge con una figura “indipendente”, iscritta ad un albo e con una “deontologia professionale” che potrebbe creare cortocircuiti?🤔
Ma posso essere indignato anche se sono di destra? Ma possibile che voi ragionate come i bambini, semplificando e banalizzando in “comunismo” e “fascismo”? Io sono di destra e mi scandalizzo per questa cosa. E’ giusto che voi invece che ragionate in modo così banale veniate superati sempre nella vita da altri più per “fiducia” che per “merito”.
Chi banalizza riducendo tutto a comunisti e fascisti?
A me sembra che sia necessario guardare avanti e non rimpiangere gli errori del passato.
E questo ritorno al passato, fa semplicemente parte della cortina di fumo di una propaganda necessaria a distogliere le persone dai problemi reali: i soldi pubblici sono soldi di tutti e non fanno altro che ricordarci che, quelli a disposizione, sono scarsi.
Quindi quei pochi, dovrebbero essere correttamente spesi, utizzando criteri finalizzati alla massima utilità, produttività e trasparenza.
E in generale, come si valutano capacità e competenza?
Per i comuni mortali, vedi concorsi pubblici, attraverso il possesso di titoli idonei al ruolo che si vuole ricoprire.
In questi ultimi due anni invece, abbiamo visto di tutto di più rispetto al passato : amichettismo, partitismo, cognatismo, boccismo…
Ma mi rendo conto :
“Tra il dire e il fare…”
Infatti dopo diversi anni dal simpatico sketch sulle accise della benzina da eliminare, sto ancora aspettando…
È finita come preannunciato.
Le regole sopraffatte e la ragione calpestata dalla FIDUCIA di chi ha il “Potere decisionale”.
A prescindere da questo articolo e questa vicenda .
Ringrazio il germe per essere una delle pochissime ormai testate giornalistiche vere e coraggiose
Rimaste .
Ma troppo poca e’ l’informazione in Italia rimasta imparziale e seria.
Siamo bombardati da telegiornali di partito stile rete 4 dove vengono lavate Le
Facce dei vari Sgarbi ,Santanche’ Giambruno ,ecc ecc .
Il problema dell’infomazione in Italia e’ serissimo .
Solo un cittadino ben informato e’ un cittadino libero
Oggigiorno è diventato raro trovare un giornale libero, purtroppo mancano gli “attributi”, w Il Germe che toglie la polvere sotto al tappeto 💪
Ma quali attributi fanno parte della stessa giostra degli altri e parlo per esperienza personale!
Ma quanti e quanti incarichi vengono dati dalle pubbliche amministrazioni a FIDUCIA, basta pensare per esempio agli ingegneri ( sempre gli stessi) che ricevono incarichi da destra e sinistra per onerosi lavori che per importanza di somme esposte sono, rispetto a quella evidenziati nel articolo, una vera sciocchezza.
E quali competenze o quali concorsi per occupare le poltrone degli ENTI sovracomunali o per una poltrona alla BANCA tanto cara ai Pratolani o ai posti resi coscientemente disponibili nel COMUNE . Sarà solo un caso che fanno tutti parte della stessa cordata e solo questione di casuale fortuna?
SENZO UNICO
Omette un piccolo particolare.
Gli ingeGNIeri hanno un titolo, che contrariamente il dottore in questione non può vantare, ne disporre, per l’incarico affidatogli.
SENSO UNICO ALTERNATO FIDUCIARIO.
Un antico saggio recita ” a me ci penso io ai coglioni ci pensa Dio”. Viva l’Italia.
Concordo con alcune delle analisi avanzate nell’articolo, ma mai con l’auto-celebrazione ridondante di alcuni autori. Detto questo, mi piacerebbe vedere i contratti e le buste paghe di coloro che scrivono per i giornalini locali DIPENDENTI dalle pubblicità dell’idraulico e del panificio e DIPENDENTI anche dai soldini dei partiti di tutti i colori erogati ai giornalini in campagna elettorale. Immagino e mi auguro che tutti i collaboratori, pubblicisti compresi, vengano pagati secondo tabelle di legge, contributi cmpresi, per il loro prezioso lavoro. Non credo lavorino in nero, giusto? Chissà se vedremo mai un’inchiesta giornalistica su certi argomenti…