Per la Asl1 e, soprattutto, per la Regione che ha fatto e disfatto, è un altro scivolone madornale. Scivolone di cui pagheranno le conseguenze i contribuenti, perché ora, oltre ai risarcimenti per la violazione della privacy, ci sarà da pagare anche i danni a Roberto Testa, l’ex manager Asl, cioè, che la Regione dalla sera alla mattina rimosse dal suo incarico per sostituirlo con Ferdinando Romano.
Il giudice del Lavoro dell’Aquila ha infatti annullato la delibera con la quale la Regione nel giugno del 2021, decise il cambio di guardia ritenendo assolutamente insussistenti le motivazioni poste alla base del provvedimento amministrativo.
Testa venne rimosso dall’incarico, infatti, per “l’insufficiente capacità organizzativa per i tamponi e l’inadeguata gestione della campagna vaccinale”. Una giusta causa che non era così giusta.
“Forzature evidenti, portate avanti nonostante l’esecutivo fosse consapevole, per esserci già passato, che avrebbero generato contenziosi e sentenze a favore dei rimossi – commenta il Dem Silvio Paolucci -. È una giunta che lavora nella totale illegittimità, anzi, che ne fa una consuetudine, un segno distintivo, come dimostrano le delibere che hanno revocato i direttori generali delle Asl 1 e 3 e del direttore dell’Asr emesse nell’arco di solo due anni. L’intera sanità abruzzese piegata alla fame di nomine e illegittimità, mentre affoga nei debiti, nelle liste di attesa, nella fuga di pazienti verso lidi dove sia garantito un diritto di cura con tempi e qualità migliori di quelli abruzzesi. A dirlo non è la politica, ma la giustizia che definisce assolutamente insussistenti le motivazioni poste alla base del provvedimento amministrativo con cui anche Testa è stato liquidato, com’era successo ai suoi due autorevoli colleghi. Una materia che auspico attivi la Corte dei Conti: la giunta ha sbagliato e perseverato nell’errore, questo costo non possono pagarlo gli abruzzesi”.
Che poi fosse solo quello economico: perché la sanità nella provincia dell’Aquila continua a non funzionare. Assente quella territoriale, l’assistenza, le liste d’attesa lunghe e persino gli ausili sanitari per i più fragili che non vengono garantiti. Non sappiamo se Testa avrebbe fatto meglio, di certo, ha detto il giudice, avrebbe dovuto essere ancora lui a guidare la Asl1.
La delibera ha nomi e cognomi, pagassero loro
Ancora foto con le mascherine, continua il lavaggio del cervello, ma fatela finita!
Concordo. Troppo facile così, troppo facile, questo modo di fare e intendere la politica. Tanto a pagare per i tanti errori, sono sempre i vessati cittadini. Vessati da chi intende la politica, non come servizio alla comunità, ma come servizio alle proprie finalità politiche, che evidentemente non coincidono con l’uso efficace e utile delle risorse pubbliche. E il prezzo di questo modo di fare, continuano a pagarlo ogni giorno le persone comuni, quando a fronte del notevole sperpero di risorse pubbliche, corrispondono servizi che non funzionano. Ma se, per “errori” e logiche, troppo facili e comode da attuare, saranno sempre loro a dover rimediare di tasca propria , dubito che le cose possano mai cambiare.