Qualcuno lo ha chiamato libro bianco, ma in realtà quello presentato ieri in conferenza stampa dalla giunta Casini, è un promemoria dai pochi segni neri (le cose fatte), dai tanti rossi (ovvero le cose da fare) e dagli sconosciuti segni blu (gli errori, quelli gravi).
Un elenco nel quale risaltano i futuri prossimi, che prossimi sono da troppo tempo, e qualche “appropriazione indebita”, di cose cioè che seppur fatte o programmate, poco dipendono dall’attività di questo esecutivo.
Nella cultura, ad esempio, insieme alla meritata medaglia per aver riaperto il cinema Pacifico e riavviato la stagione teatrale (ma quest’anno scadrà la convenzione con l’Acs), viene citata incredibilmente la legge sul Bimillenario. Sì, proprio quella che è decaduta senza incassare un solo centesimo dei 700mila euro che c’erano in bilancio. Per la giunta Casini è però una cosa fatta, nel senso che “almeno si sono fatti 13 progetti”.
Nel turismo si dà per goal la sdemanializzazione dell’area celestiniana e la smilitarizzazione del Campo 78, anche se il progetto Masterplan è lontano (uno dei pochi in Abruzzo) dall’essere concretizzato. E persino si annovera l’area camper, cosa fatta, dice la giunta, ma cancelli ancora chiusi.
La pedonalizzazione e il progetto centro storico, vengono messi in neretto, salvo poi spiegare (in rosso) che in realtà gli stessi dovranno essere definiti entro primavera 2020. Così come i regolamenti del commercio e del mercato storico, tra le attività produttive, “saranno approvati entro l’anno”.
Sull’edilizia scolastica, poi, si rasenta il ridicolo: l’amministrazione Casini gioisce ed esalta l’avvio (e solo l’avvio) di appalti per 7,4 milioni di euro (le Masciangioli e le Capograssi) a fronte di finanziamenti per quasi 20 milioni di euro che sono in cassa da sette anni. Perché poi, a parte l’asilo Isola Felice effettivamente riconsegnato, gli altri sono ancora tutti progetti sospesi: in attesa di integrazioni, progettazioni, finanziamenti, accordi, ipotesi di accordi. A partire dal liceo classico di piazza XX settembre, i cui lavori, anche per l’undicesimo anno consecutivo di chiusura “sono in partenza a primavera”.
Sulla ricostruzione post-sisma la coppa alzata è quella di aver mappato il centro storico, ma non di averlo messo in sicurezza: la ricostruzione privata è ferma dopo dieci anni al 57% e quella pubblica allo 0 (leggasi zero). Molto aiuterà, dice il sindaco, il protocollo d’intesa con Usrc che permetterà di snellire le pratiche: entro gennaio 2020, assicura.
Sui lavori pubblici, almeno, c’è l’onestà del colore: un lungo elenco di opere in rosso: l’illuminazione in via Cicerone, le rotatorie di via Japasseri e della statale (promesse dall’Anas), il consolidamento di via Turati, il percorso ciclo-pedonale per Noce Mattei. Tutto ancora da fare.
Su mobilità e trasporti il velo è pietoso, anche se bisogna ammettere che l’eredità trovata era drammatica. Per questo settore sono stati finalmente acquistati due mezzi (i cui fondi risalgono all’era Ranalli) e niente meno ne sono stati rottamati 12. Prospettiva, in rosso, l’esternalizzazione.
E poi ancora le politiche della casa che citano i 64 alloggi, dei quali solo 5 assegnati e la protezione civile che dopo undici anni, finalmente, può quasi contare su un piano rinnovato… in attesa della validazione della Regione.
Qualcosa di più concreto c’è nel sociale (il centro famiglia e il Caregiver), in attesa, con segno rosso, degli affidamenti per gli asili nido e centro di aggregazione giovanile (annunciati per giugno scorso).
Il lavoro grosso, sottolinea l’assessore Fasciani, si è fatto sugli impianti sportivi con le gare per la piscina e l’esternalizzazione degli altri impianti (ancora da fare), con un grosso lavoro fatto sul patrimonio e i contenziosi, anche se i crediti e gli immobili da recuperare sono ancora tanti (Sito, Cescot, Centro celestiniano, le morosità di Onda Tv e di Terra Viva).
Poi l’urbanistica con una bozza di regolamento che attende i criteri base della Regione (niente insomma) e le autorizzazioni rilasciate a case di riposo (Park Hotel) e supermercati (ex Sidis e ampliamento Borgo).
La medaglia se la vuole mettere anche l’assessore al Personale, però: “Ventiquattro assunzioni in un anno – dice Stefano Mariani – definizione graduatorie Peo e prossima assegnazione delle posizioni organizzative”. La riorganizzazione, ammette, però, è tutta un’altra cosa.
In coda i “grandi temi”: Snam, sanità, tribunale, ecc. su cui, però, persino il sindaco non è così ottimista.
Ai neri e ai rossi, vanno aggiunti poi i segni blu, quelli neanche citati, gli errori gravi: il finanziamento perso per la villa comunale, il piano regolatore che non ha fatto passi avanti, i piani integrati e chi li ha visti, il ruolo marginale a cui è stata ridotta la città guida di un territorio sempre più in affanno.
Voltare pagina, diceva la Casini in campagna elettorale. Ma il compito è pieno di errori.
Altro fumo negli occhi per i “Minus habens sulmonenses”.