La mannaia del Governo Meloni cala sull’Abruzzo, come anticipato lo scorso luglio. Meno trenta milioni di euro di contributi alla pubblica finanza tra fino al prossimo 2029, come stimato da ALI. La Conferenza Stato Città del 23 gennaio ha raggiunto un’intesa sui criteri e sulle modalità di ripartizione dei minori trasferimenti.
L’Abruzzo, solo nel 2025, perderà 3 milioni di euro, che diventeranno 5,8 nelle annualità 2026, 2027 e 2029. Poi il picco, con 10 milioni di euro in meno nel 2029. Un taglio che si ripercuoterà in ogni angolo della Regione. Non è esclusa la Valle Peligna, con i Comuni più piccoli che soffriranno maggiormente. A Cansano, ad esempio, si perderanno 240 euro per ogni abitante (con un contributo alla finanza pubblica pari a 4.970 euro nel 2025) a fronte dei 55 euro a cittadino in meno all’Aquila. In totale, la piccola realtà peligna dirà addio a 51.000 euro di contributi pubblici in cinque anni. Quello cansanese è il Comune più colpito dopo Lettopalena (309 euro per cittadino), Pietracamela (297 euro per cittadino) e Collarmele (267 euro per cittadino).
Non sorride di certo Sulmona, con un contributo alla finanza pubblica di 54.425 euro nel 2025. Cifra che raddoppierà nel 2026, 2027 e 2028, fino a toccare l’apice nel 2029 con 184.207 euro. Il capoluogo peligno, in pratica, perderà oltre mezzo milione di finanziamenti dello Stato in cinque anni. Anche Pratola Peligna fa i conti con la cinghia stretta del Governo. Meno dodicimila euro di contributi per l’annualità corrente. Poi un crescendo di tagli: meno ventiquattromila euro nel 2026, 2027 e 2028, e un taglio finale di quarantottomila euro nel 2029, che porta il totale a 127.000 euro.
Nubi scure per cinque anni anche sul resto del comprensorio: da Raiano (meno 60.000 euro) a Prezza (meno 30.000 euro), da Pettorano sul Gizio (meno 39.000 euro) a Pacentro (meno 55.000 euro), passando per Vittorito (meno 18.000 euro), Rocca Pia (meno 27.000 euro) e Bugnara (meno 35.000 euro), arrivando a Roccacasale (meno 14.000 euro) e Campo Di Giove (meno 39.000 euro). Situazione triste anche a Scanno (meno 60.000 euro), Villalago (meno 31.000 euro) e Anversa degli Abruzzi (meno 30.000 euro). A chiudere Cocullo (meno 23.000 euro) e Corfinio (meno 35.000 euro)
Introdacqua resta esclusa dai tagli, in quanto figura tra gli enti in dissesto finanziario, gli enti in procedura di riequilibrio finanziario e gli enti per i quali il periodo di risanamento di cinque anni ex art. 265, comma 1, del Tuel, è terminato, ma l’organismo straordinario di liquidazione è ancora insediato.
La Valle Peligna, nel complesso, perderà 855.000 euro di sostegno statale da qui al 2030. Cifra che si gonfia allargando il bacino dell’intero Centro Abruzzo. Castel di Sangro pagherà il prezzo più alto, con 188.000 euro in meno. Salasso anche per Roccaraso: meno 117.000 euro. Nell’Alto Sangro non sorridono né Rivisondoli (meno 64.000 euro) né Pescocostanzo (meno 62.000 euro). A Pescasseroli si profilano tagli per 70.000 euro in cinque anni. Più contenuta la situazione in Valle Subequana: meno 16.000 euro a Gagliano Aterno e meno 34.000 euro a Goriano Sicoli. Cifre che portano il totale a un milione di euro di fondi statali ai quali il Centro Abruzzo dovrà dire addio.
“Formalmente si tratta di un accantonamento obbligatorio di risorse – spiega il direttore di ALI, Alessandro Paglia, quindi oltre al danno anche la beffa: i comuni saranno costretti a tenere fermi in cassa soldi che invece potrebbero spendere per le loro collettività. Rimane aperta inoltre la questione delle aree marginali, i piccoli comuni, che già fanno una fatica enorme a tenere in piedi la macchina amministrativa e che vengono tartassati in modo davvero poco comprensibile”.
Chiudere questi presepi viventi. Amministrazione moderna con figure dinamiche. Si vede che faccia da SanGiuseppe ha presentato la Dx a Sulmona. Speriamo nella Madonna che presenterà la Sx. Già mi immagino il nome.
Ora il Napoli calcio andrà altrove a fare la preparazione…ce ne faremo una ragione !