
È necessaria una azione di verifica anche parlamentare per convocare nelle competenti commissioni l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato che già ha ricevuto una denuncia da Federconsumatori. A dichiararlo l’ex sottosegretario ai Trasporti della Regione Abruzzo Camillo D’Alessandro che sui collegamenti ferroviari lungo la Direttrice Adriatica denuncia la “passività inutile e dannosa della Regione Abruzzo che firma contratti milionari con Trenitalia senza pretendere che il costo del biglietto sia adeguato al servizio e che ci siano alternative come i regionali”.
Una tratta quella abruzzese dove, aggiunge D’Alessandro, “più che Freccia Rossa i treni dovrebbero essere chiamati Freccia Lenta” Infatti i veri Freccia Rossa sulla Roma-Milano circolano ad una velocità commerciale superiore ai 200 km/h, mentre quelli in circolazione lungo la linea adriatica superano appena appena i 100 Km/h. E mentre “sulla Roma-Milano la Freccia Rossa utilizza gli ETR 500 e 1000, da noi i molto più scadenti ETR 600 e 700” continua D’Alessandro sottolineando come pure il numero di corse sia decisamente insufficiente “specialmente il venerdì quando molti viaggiatori non trovando posto sulle ultime Frecce serali da Milano, sono costretti a dormire nel capoluogo lombardo per poi partire il giorno dopo”.
Una situazione inaccettabile che gli abruzzesi sono costretti a sopportare pagando un biglietto che “lungo la linea adriatica costa più di quello che costa sulla Roma-Milano” con la conseguenza di un ricevere un servizio “a metà velocità ma a un prezzo più alto di un treno Frecciarossa che transita sulla dorsale Napoli -Roma-Milano”. Tutto questo perché, aggiunge D’Alessandro “tutta la linea adriatica è considerata come una ‘riserva di caccia’ da parte di Trenitalia che su questa linea agisce in regime di monopolio facendo il bello e il cattivo tempo”. Soprattutto nei periodi ad intenso traffico, come quello natalizio quando “i prezzi dei biglietti Milano-Pescara in alcuni casi sono aumentati del 400%. Conviene prendere l’aereo”. Anche perché gli abruzzesi “se vogliono andare a Milano, non hanno alternative”. A differenza dei marchigiani la cui Regione ha attivato ben 11 collegamenti regionali veloci tra Ancona e Piacenza. “Questo significa – ricorda D’Alessandro – che un marchigiano può scegliere se andare a Bologna (e anche Milano) con la Freccia Rossa oppure con un regionale veloce, ovviamente più lento della Freccia, ma pagando un terzo il prezzo del biglietto”. Un abruzzese non ha questa possibilità perché “deve sottostare al ricatto del monopolista Trenitalia”. Quello che in Abruzzo manca, conclude l’ex sottosegretario Camillo D’Alessandro è “la banale consapevolezza del ruolo che la Regione può e deve giocare in un settore come quello dei trasporti dove c’è un caos incapace e inconcludente”.
In attesa delle necessarie verifiche da attivarsi anche in sede parlamentare, D’Alessandro promette di esporre a breve anche i numeri, “quello che pagano gli abruzzesi a Km e quello che si paga in Italia. Cifre vergognose e senza alternative.”
Bravo!
Per chi ha necessità, affrontare viaggi sui treni abruzzesi non dovrebbe essere così costoso.
Si certo, ma comunque per velocizzare realmente , come ho sempre scritto, si dovrebbe fare un opera concreta per il futuro con un asta TAV da Pescara a Ceprano, lineare con i tunnel da 10 km del Morrone e di 30 km tra Anversa e Balsorano. Con la nuova matematica e la nuova tecnologia è come costruire un tunnel da 5 km nel 1970, ed Elon Musk con la The Boring Company già potrebbe intervenire da domani anche con i capitali . Almeno senza più patemi si potrà con grande vantaggio economico andare da Pescara a Roma od a Napoli in un ora. Oltre poi ricollegare la TAV del Brennero per andare,senza quote, con le merci sino all’imbarco a Gioia Tauro (o Napoli e Salerno).
Non capisco la corrispondente utilità economica della Napoli-Bari con il tunnel dell’Irpinia che stanno costruendo ora quando l’interesse commerciale delle Puglie, per l’accoglienza turistica e per i prodotti ortofrutticoli è tutto completamente verso il più freddo nordeuropa, e per lo sviluppo economico delle Puglie è assolutamente più importante Berlino che non Roma. Quindi la convenienza delle Puglie dovrebbe il più possibile la TAV diretta con il Brennero.
Allora la galleria Hirpinia, la seconda più lunga d’ Italia, è uno spreco di risorse ?
Per me è una imperfezione strategica. Per differente programmazione la Hirpina avrebbe già dovuto essere il tunnel Anversa-Balsorano se con altra utilità oltre ai porti del Tirreno meridionali avrebbe rappresentato una circonvallazione TAV sugli altri volumi di sovraccarico di traffico passeggeri della direttissima Roma-Milano-Napoli (anche in caso di interruzioni). La Napoli-Bari non si comprende se non che nelle campagne romane i carciofi maturano il giorno successivo che nel Salento (e un giorno i romani lo possono aspettare) . Il volume di scambi maggiore è con l’Europa. A San Pietroburgo, in esempio, i carciofi e le precoche non ci
fanno ha una popolazione di Roma e Berlino insieme, vogliono mangiare biologico, ed ha per Patrono di Russia lo stesso santo di Bari, quindi la convenienza logica delle Puglie è;e perciò la linea Adriatica;raggiungere con la TAV più veloce più corta e più economica i mercati del Nordeuropa più estremo per i propri prodotti che non Roma, se ormai, con il domicilio digitale a Roma neanche si va più per i documenti nei Ministeri,se non,per chi lo ritiene, da Lecce andare a guardare il barocco romano.